L’esposto è diretto alla Corte dei Conti, ai Revisori, al prefetto, all’autorità anticorruzione e persino al ministero degli Interni, perché quello che ravvisano i consiglieri comunali di opposizione di Sulmona è “in totale difformità rispetto ai criteri dettati” dagli indirizzi dati dall’Osservatorio degli enti locali, che oltre “a ledere le prerogative professionali del dirigente esautorato dall’incarico (che attengono alla sfera personale), concretano – scrivono i consiglieri di opposizione – sotto il profilo dell’interesse generale, un non trascurabile vulnus al principio di buon andamento sopra invocato (quello dell’amministrazione pubblica, ndr), in quanto adottati con palese difetto motivazionale, in totale assenza di presupposti di fatto e di diritto e con modalità che tradiscono un’eccessiva (quindi non legittima) discrezionalità fuori dal perimetro delineato dal Tuel e dal regolamento dei controlli interni dell’ente”.
La storia è quella dei pieni poteri assunti dalla segretaria comunale tramite lo svuotamento delle funzioni alla dirigente del secondo settore Filomena Sorrentino, l’unica entrata con concorso a palazzo San Francesco e che aveva mostrato le unghie di fronte ad alcuni atti voluti dalla politica (a partire dalle assunzioni al Cogesa), le cui deleghe al bilancio, tributi ed economato, sono state dirottate sul segretario generale Nunzia Buccilli con una serie di atti motivati, ma sarebbe più opportuno dire travestiti, dalla riorganizzazione delle macro aree e del principio di rotazione.
I sei consiglieri di opposizione (Balassone, Bianchi, Pingue, Perrotta, Salvati e Tirabassi) sottolineano come l’operazione sia nei fatti un’illegittima revoca dell’incarico alla dirigente, illegittima perché non motivata dai “casi gravi e riscontrate irregolarità”, come richiesto dall’Osservatorio, e perché la Sorrentino, laureata in Economia e Commercio e specializzata proprio in gestione del bilancio, è l’unica e la più titolata a ricoprire l’incarico, anche e soprattutto in virtù dell’autonomia che l’ordinamento riconosce al “Ragioniere”.
Senza contare, citando alcune sentenze della Corte dei Conti, che “i segretari comunali hanno per oggetto non compiti di natura gestionale ma di coordinamento, di assistenza giuridico-amministrativa, referenti e di verbalizzazione”.
Insomma la segretaria non può ricoprire quell’incarico, perché viola il principio del bilanciamento dei poteri, diventando controllore e controllato e assumendo su di sé poteri e competenze sproporzionati, tanto più che il principio di rotazione a cui si appellano le delibere è stato consumato in assenza del quadro dirigenziale al completo, con, nei fatti, due soli dirigenti in servizio su quattro, uno dei quali a tempo determinato e a chiamata diretta.
“Visto le premesse e le successive considerazioni e considerando che, la mancata rispondenza della normativa potrebbe inficiare anche atti successivi che si andranno ad adottare con conseguenti riflessi negativi ai danni dell’ente – scrivono – i consiglieri istanti si rivolgono ai destinatari in epigrafe affinché l’amministrazione comunale e il sindaco, provvedano in tempi celeri alla rimozione degli atti illegittimi, ripristinando un assetto organizzativo ispirato ai principi di buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione”.
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