Dalla riapertura dello stabilimento Magneti Marelli a Sulmona i lavoratori hanno trovato chiusi gli spogliatoi. L’azienda ne ha disposto la chiusura come misura di contrasto al diffondersi del virus. Secondo il partito Rifondazione Comunista, questa disposizione è in palese contrasto con i protocolli di sicurezza, il Dpcm 26 aprile 2020 e il “Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro” D. LGS. 81/2008. Per questo motivo, spiega il segretario regionale del partito Marco Fars, è stata inviata una comunicazione a Prefetto, servizio prevenzione Asl, Ispettorato Territoriale del Lavoro, Comune di Sulmona e per conoscenza alla Procura, come fatto in tanti casi nell’intera Regione dall’inizio della pandemia.
“La diffusione del virus covid-19 – scrive Rifondazione Comunista – determina per tutte le aziende un rischio biologico e l’aggiornamento del Documento di Valutazione del rischio. In tutte le attività nelle quali si evidenziano rischi di natura biologica, il datore di lavoro deve assicurare che i lavoratori dispongano dei servizi sanitari adeguati. La corretta gestione dello spogliatoio è uno degli elementi fondamentali nella gestione del rischio biologico, viceversa la chiusura dello stesso aumenta e aggrava i potenziali rischi”. Infatti il D.LGS 81/2008 prevede per gli ambienti di lavoro in cui esiste un rischio di natura biologica, che gli indumenti di lavoro debbano essere “tolti quando il lavoratore lascia la zona di lavoro, conservati separatamente dagli altri indumenti, disinfettati, puliti e, se necessario, distrutti”.
“È assurda l’indicazione di recarsi in azienda direttamente con gli indumenti da lavoro e di fare ritorno alla propria abitazione con i medesimi abiti insudiciati dopo una giornata di lavoro fuori casa, senza poter usufruire degli spogliatoi – continua Rifondazione Comunista -. Così non solo si lede la dignità personale, ma si mette in pericolo la salute del lavoratore e dei propri famigliari. Il caso Magneti Marelli non è isolato, per questo invitiamo le autorità preposte e la Regione Abruzzo a vigilare, procedendo a controlli, basta con l’arroganza padronale e la subalternità istituzionale a Confindustria. Lavoratori e parti sociali facciano valere protocolli e normative, denunciando le irregolarità. Lo spogliatoio in fabbrica non è una gentilezza degli imprenditori, ma il frutto delle lotte del movimento operaio, oggi codificato dentro specifiche norme. Indietro non si torna, non si può più barattare la salute con il lavoro. Siamo persone non carne da macello”.
Il gruppo Marelli, proprio in virtù della riapertura in sicurezza, aveva firmato una partnership con Lifenet Healthcare focalizzata sul progetto “BackOnTrack”, un insieme di attività di consulenza tecnica e medico-scientifica mirate alla ripartenza sicura delle aziende italiane e che vede fra i consulenti anche il contributo del virologo Roberto Burioni.
S.M.
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