Un’ordinanza a sorpresa quella che è piovuta stanotte per consentire la riapertura del mercato e che ha di fatto bloccato il traffico urbano con la chiusura di piazza Garibaldi. Non solo due giorni la settimana ma anche il martedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle 7 alle 15.30. Insomma, divieto di transito e sosta con tanto di rimozione forzata dei veicoli dirottando il passaggio delle auto e dei bus verso via Dorrucci, Largo Mercatello e via Federico II dove stamattina si è verificato qualche ingorgo e le bancarella erano numericamente poche.
Una decisione che pare ulteriormente penalizzare le attività di piazza Garibaldi già duramente colpite dallo stato di emergenza Covid. A proposito ieri si sono spontaneamente riuniti diversi commercianti, per lo più ristoratori e baristi, in concomitanza con una iniziativa nazionale che ha raggruppato le partite iva d’Italia.
“Siamo la categoria più penalizzata – spiega Attilio Leombruni di Steackhouse -, ci hanno fatto chiudere da un momento all’altro, non ci hanno dato niente e se riapriremo dovremo pagare tutto come prima, ma con un terzo del guadagno”. Quello che hanno fatto ieri i commercianti, quindi, è stato chiedere “come” ripartire il prossimo primo giugno con la possibilità di avere agevolazioni fiscali anche in riferimento al periodo di chiusura. Un esempio: se in tre mesi non è stata prodotta immondizia perché pagare come se l’attività fosse stata aperta? Legittima osservazione.
“Si sono scordati di noi – commenta Alessandro Candido del bar Medievale -. Il sacrificio è stato chiesto solo alle partite iva e ai professionisti. Quindi chiediamo riduzioni fiscali a livello comunale e nazionale, vorrei che il Comune ci desse una mano nell’educare i cittadini al nuovo stile di vita e quindi alle norme da rispettare”. Una campagna informativa, in sintesi, che aiuti a responsabilizzare i futuri clienti delle attività sulmonesi perché “io faccio il barista, non lo sceriffo – prosegue Candido che a proposito di tasse, imposte e simili aggiunge- . Ci hanno chiesto un sacrificio, adesso siamo noi a chiederlo a loro”. Tra le richieste, quindi, c’è anche quella di interagire con le forze dell’ordine per non partire subito con la fase controlli e multe, soprattutto in considerazione del caos che si è generato tra i decreti governativi e le varie ordinanza regionali e sindacali.
Per quanto riguarda Sulmona, giovedì una delegazione dei commercianti (una ottantina quelli che hanno aderito al movimento) incontreranno sindaco e consiglieri per fare il punto. Tra le altre cose si ritorna sulla questione del centro storico come salotto, per consentire le file nelle attività e per utilizzare il suolo pubblico diventando un po’ il centro gravitazionale della Valle Peligna. “Un’attività a cielo aperto – puntualizza Leombruni -, cerchiamo di sfruttare questa situazione a nostra favore”.
Questa, in sintesi, la situazione difficile in cui si trovano i commercianti, con il divieto di licenziare, i dipendenti che ancora non prendono un euro di cassa integrazione in deroga e la voglia di ripartire ma seriamente supportati dai diversi livelli istituzionali. Se non sarà così, le partite iva sono pronte a diverse azioni, tra cui lo sciopero fiscale nell’anno 2020.
Simona Pace
Come possono i commercianti essere fiduciosi nei confronti di un’area pedonale se questi sono i risultati delle scelte affrettate, prive di conoscenze e competenze? Più che per riavviare il mercato questa sembra un prova per cominciare a sospendere la ZTL senza sapere, ovviamente, da dove cominciare.