Coronavirus, Abruzzo a quota 17. Ecco le nuove disposizioni

Salgano a 17 i casi di Coronavirus nella regione Abruzzo: dopo i cinque di ieri, infatti, questa mattina una studentessa di Pescara originaria del foggiano è risultata positiva al tampone del Covid 19. La ragazza, che è asintomatica e si trova per questo ora in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva della Asl, ha riferito di essere stata a contatto con un familiare in Puglia risultato positivo e che per questo ha chiesto di essere sottoposta a controllo.
A preoccupare di più in queste ore, però, è soprattutto l’ondata, definita “biblica” dal presidente Marsilio, degli abruzzesi di ritorno, ovvero coloro che dalle zone rosse si sono messi in fuga verso le terre di origine per il timore di rimanere “imprigionati” a Nord.
Il presidente Marsilio, anche lui in isolamento volontario, ha emesso oggi un’ordinanza con la quale impone a chi proviene da queste zone la quarantena obbligatoria.
Gli effetti del nuovo decreto emanato questa notte dal Consiglio dei ministri, intanto, hanno costretto molte attività a chiudere anche in Abruzzo. Tra queste la chiusura di cinema, teatri, pub, scuole da ballo, sale giochi e sale scommesse, discoteche e locali simili. Bar e ristoranti possono restare aperti, ma con l’accortezza e l’obbligo da parte dei gestori di garantire la distanza di sicurezza di almeno un metro tra gli avventori. Stop anche a competizioni sportive alla presenza di pubblico e affollamenti in sale d’attesa.

2 Commenti su "Coronavirus, Abruzzo a quota 17. Ecco le nuove disposizioni"

  1. Modesto medicus | 8 Marzo 2020 at 18:42 | Rispondi

    Bene,abbiamo letto il decreto coronavirus, ma è necessario che ci sia personale abilitato a fare rispettare quanto riportato nelle disposizioni di legge ,dal decreto. Qui c’è molta gente che non ha compreso la gravità del problema e continua a fare il cxzzx e comodo suo. Per esempio quest’oggi i locali delle grandi distribuzioni erano tutti aperti, diversamente da quanto è stabilito dall’art.1 del decreto lettera r. Io imporrei ai bar e ristoranti di usare materiale usa e getta, specie nei bar, come usano fare i bar all’interno degli ospedali. Vedo invece che continuano ad usare recipienti abituali ,come tazze e tazzine . La sterilizzazione a vapore è molto delicata da effettuare ed io non mi fido,a meno che non abbiano una autoclave.
    COMUNQUE LA COSA IMPORTANTE È COMANDARE LE FORZE DI POLIZIA ,LOCALE E NON, AD EFFETTUARE CONTROLLI, SE LE REGOLE DETTATE DAL DECRETO VENGONO RISPETTATE. A ME RISULTA CHE LA GENTE CONTINUA A FARE IL COMODO PROPRIO. OGGI È LA FESTA DELLA DONNA, SICURO CHE I RISTORANTI SIANO CHIUSI?

  2. L’art.1 comma r vale solo nelle zone dell’art. 1 e non sul territorio nazionale (anche se il buonsenso non guasterebbe anche qui visto che una semplice uscita o un contatto ravvicinato può, a nostra insaputa, evitare una diffusione o crearla. E chi può sapere, a priori, se sarà anche un portatore asintomatico e magari veicolerà il virus verso fasce deboli o con patologie?).
    Più rispettiamo il buonsenso e prima ne usciamo nel modo meno doloroso.
    Sarebbe anche una buona educazione alla cassa dei supermercati non attaccarsi a chi sta davanti, facendo a gara con il tempo, per depositare la spesa sul nastro spingendo il precedente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*