Sindaci spaccati nell’emergenza, le proposte dell’Alto Sangro

Neanche il Coronavirus riesce a mettere d’accordo i sindaci del Centro Abruzzo, arrivati oggi spaccati al primo appuntamento per affrontare l’emergenza sanitaria ed economica.
E così che il sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso, è stato costretto ieri a revocare in extremis “su richiesta del sindaco di Sulmona” l’invito fatto ai primi cittadini della Valle alla riunione convocata ieri sera a Castel di Sangro. “Un’assenza che rammarica” scrive Caruso, quella dei sindaci di Valle Peligna e Valle Subequana, tanto più che oltre al manifesto di adesione al decreto ministeriale, deliberato dai sindaci a Valle, in Alto Sangro si sono affrontati anche temi di stringente intervento economico.
All’assemblea convocata nella sede della Comunità montana sangrina, hanno partecipato oltre ai sindaci dell’Altopiano (Campo di Giove compresa) e a quelli della Valle del Sagittario, anche i presidenti delle due Dmc del territorio: quella Alto Sangro e quella delle Terre d’Amore. Senza Sulmona, la Valle Peligna e la Valle Subequana, richiamati all’ordine dalla sindaca di Sulmona che, evidentemente, si è sentita scavalcata dal collega Caruso.


Preso atto della lesa maestà, l’assemblea di operatori e sindaci dell’Alto Sangro ha messo sul piatto una richiesta operativa da sottoporre a Regione e governo nazionale: un sostegno alle imprese turistiche a breve termine con la sospensione dei mutui e dei tributi e la concessione in deroga della cassa integrazione e a lungo termine con un programma di investimenti per il rilancio del settore, mediante i programma da costituire attraverso risorse pubbliche e private.
“E’ facile capire che una tale situazione di eccezionalità – scrive Caruso – necessita ora di interventi di aiuto economici, fiscali e di agevolazione parimenti eccezionali, al fine di evitare il rischio di azzerare un intero comparto e di veder fallire decine e decine di imprese turistiche”.
E d’altronde, prosegue il sindaco di Castel di Sangro, “il nostro territorio e la nostra offerta turistica si differenzia dalle altre regioni in considerazione del fatto che negli ultimi anni ha dovuto subire ed affrontare, tra l’altro, gli eventi sismici, la calamità di Rigopiano, gli eventi atmosferici e i black out elettrici, le problematiche legate alla rete autostradale”.
E, perché no, una classe politica che non riesce mai a mettersi d’accordo, neanche nel pieno di un’emergenza.

4 Commenti su "Sindaci spaccati nell’emergenza, le proposte dell’Alto Sangro"

  1. aldo restain | 7 Marzo 2020 at 09:50 | Rispondi

    i sindaci sangrini hanno fatto bene, la sindaca probabilmente non ha avuto il lasciapassare dal prezzano. l’altosangro ci fa 4 punti e una scopa sia in termini economici che in termini di capacità organizzativa. Sulmona ormai è deputata a discarica d’Abruzzo.

  2. Modesto medicus | 7 Marzo 2020 at 11:41 | Rispondi

    “…un sostegno alle imprese turistiche a breve termine con la sospensione dei mutui e dei tributi e la concessione in deroga della cassa integrazione e a lungo termine con un programma di investimenti per il rilancio del settore, mediante un programma da costituire attraverso risorse pubbliche e private.”…Bene tutta qua,l’emergenza venuta fuori dalla tavola rotonda che ha accomunati i sindaci della valle del Sangro. Fanno bene, perché no, a pensare alla parte economica ed alla occupazione, ma io avrei pensato anche un pochettino alle misure di prevenzione che i sindaci sono pronti ad affrontare per l’emergenza che ora attanaglia l’Italia ed è causa delle ricadute economiche, il CORONAVIRUS. E badate bene, i virus viaggiano con la velocità della luce e questo è uno nuovo, del tutto nuovo che aggredisce soggetti, senza che nessuno abbia anticorpi capaci di difendersi. Il sindaco di C.D.S. farebbe bene a pensare cosa fare del suo avamposto ospedaliero, ora ridotto a meno di una infermeria. Se il virus riesce a guadagnare quel territorio, saranno “uccelli senza zucchero”. Meglio prevenire che curare dice un famoso detto. E di cure ce ne sono poche contro il cor.virus, tranne intubare i pazienti più compromessi nelle vie respiratorie. Quanti posti di rianimazione ci sono a C.D.S. e quanti rianimatori? E’ bene che il sindaco di quel posto, se lo chieda prima che scoppi il caso, perché poi ognuno si tirerà indietro. Però è noto come in Italia noi ci muoviamo sempre a catastrofe avvenuta, vedi ponte Morandi a Genova, vedi Rigopiano e tanto altro.
    E badate bene, non sono solo gli anziani a rimetterci le penne, potrebbe succedere anche ai meno attempati. Non basta lavarsi le mani o che altro ci SERVE ANCHE UN PIANO OPERATIVO, RIPETO OPERATIVO CHE SI SOSTANZIA IN CHE OSPEDALI UTILIZZARE IN CASO DI ESTESO CONTAGIO,SU QUANTI MEDICI CONTARE E QUALE TEAM OPERATIVO DI PERSONALE COMPETENTE NELLE VARIE BRANCHE BISOGNA UTILIZZARE E CON QUALI PERSONE E MEZZI FORMARLO.
    Sveglia gente!! Altro che piste da sci.

  3. Il burrattinaio ordina è il burrattino esegue…..COMANDI….anche oggi sta x finire un altro giorno in meno….la fine di avvicina volente o dolente…..

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