Gli effetti del Coronavirus si fanno sentire anche sul turismo abruzzese, checché ne dica l’assessore regionale Mauro Febbo che aveva annunciato, non senza cinismo, vantaggi per la nostra regione dall’epidemia. Ieri, infatti, la Fondazione Ferrovie ha formalmente bloccato la Transiberiana d’Abruzzo, ovvero il treno storico che ormai è diventato una bombola d’ossigeno per l’economia delle aree interne con i suoi 31mila visitatori registrati nel 2019.
Il treno storico della neve programmato per domenica prossima (1 marzo) da Sulmona a Roccaraso, infatti, non partirà come previsto, “per motivi precauzionali” spiegano gli organizzatori, che fanno notare come la Fondazione abbia sospeso tutte le manifestazioni legate ai treni storici.
Così alberghi e bed and breakfast di Sulmona hanno cominciato ieri a ricevere disdette una dietro l’altra e si spera che lo stop ai treni sia solo provvisorio e legato alla data di domenica prossima.
Il calendario delle partenze, infatti, prevede treni tutte le domeniche e nei principali giorni festivi fino a metà giugno e le prenotazioni, già ora, registrano quasi il sold out fino alla fine di aprile.
“Già prima della decisione della Fondazione – spiega Claudio Colaizzo, organizzatore della Transiberiana d’Italia – sono cominciate ad arrivare disdette da parte degli stessi viaggiatori e in particolare di quelli provenienti dalla Lombardia, dalle Marche e dall’Emilia Romagna che, autonomamente, hanno deciso di evitare contatti provenendo da zone a rischio. Per i 380 passeggeri che avevano prenotato abbiamo previsto a primavera un treno straordinario, oppure un’opzione di priorità sulle corse già programmate. Ovviamente nel caso non vogliano scegliere nessuna di queste due opzioni sarà rimborsato loro il biglietto”.
Una stagione che di per sé è stata già difficile per la sostanziale assenza di neve (che per un “treno della neve” non è il massimo), ma a cui gli organizzatori hanno saputo comunque ovviare, proponendo attività alternative e concentrando le escursioni soprattutto sulla visita ai paesi. E d’altronde i nove treni della neve organizzati dal 5 gennaio al 23 febbraio scorso hanno registrato tutti il tutto esaurito, con circa 3.500 presenze in due mesi.
Un importante movimento economico, calcolando che la maggior parte dei viaggiatori dei treni storici, non si limita all’acquisto del biglietto (40 euro), ma pernotta (soprattutto a Sulmona) per almeno due notti. La speranza è dunque che l’emergenza sanitaria rientri presto e che già domenica 8 marzo il treno possa tornare a sbuffare sulla linea Sulmona-Roccaraso.
Una tragedia davvero,un colpo per l’economia per causa del coronavirus. Speriamo anche che questa lite tra Sgarbi e la D’Urso non pregiudichi la realizzazione del museo realista a Sulmona.Mi dispiace moltissimo per Sgarbi se è in parabola discendente come D’Annunzio ed è nervoso notandosi ormai come al suo Vittoriale delle Italiane a Roma arrivano a presentare il loro nascosto ardore donne sempre più attempate brutte e secondarie in un degrado calante simile a ciò che accadde a D’Annunzio se in ultimo gli arrivavano laide ottantenni ancora addette alle strade.