Sarà di certo un’assise al calor bianco quella che si celebrerà il 19 febbraio prossimo (ore 15) a palazzo San Francesco: la resa dei conti politica tra consiglieri e consiglieri, più che tra maggioranza e opposizione, che nella girandola di posizioni e schieramenti avuta nell’ultimo mese e mezzo si è ormai perso il confine del chi sta con chi. Lo fanno capire i sei consiglieri comunali di Sulmona firmatari della mozione di sfiducia (Balassone, Bianchi, Perrotta, Pingue, Tirabassi e Salvati) che verrà appunto discussa tra nove giorni in aula, contestualmente alla presentazione della nuova giunta, del cambio dei gruppi in consiglio e di un prelievo dal fondo di riserva.
Il voto, in realtà, sembra essere scontato (con le dovute cautele, visto il susseguirsi dei colpi di scena), ma la discussione, c’è da starne sicuri, imprevedibile. Perché se Bruno Di Masci promette, dai banchi dell’opposizione (pur avendo assessori in giunta), di attaccare gli atri gruppi di minoranza che non hanno voluto firmare le dimissioni, i suoi colleghi promettono una seduta senza sconti.
“Ora saranno costretti a venire allo scoperto: dovranno pubblicamente argomentare quali siano state le ragioni di una crisi tanto grave da indurli a spingere il Sindaco sull’orlo di un dirupo ed esigere a gran voce il ritorno alle urne e quali, poi, dopo appena un paio di settimane, siano state le dirimenti soluzioni approntate, capaci di appianare miracolosamente ogni divergenza. Con la nostra mozione di sfiducia al Sindaco – scrivono i sei -, a questa maggioranza ed i loro ‘padroni’ politici, li costringiamo a confrontarsi in aula e, finalmente, ad assumersi questa responsabilità, dalla quale sono vergognosamente fuggiti ormai da più di un mese, paralizzando di fatto un intero comune”.
Poi nel merito sulla giunta: “Prendiamo atto che il Sindaco, per ordine di scuderia, ha dovuto importare un assessore dalla limitrofa Pratola (che, in aggiunta ai vertici di Saca e Cogesa, va a comporre il terzetto magico del potere gerosolimiano) e che ha nuovamente attribuito la delega alle società partecipate ad un assessore raggiunto da un avviso di garanzia nell’abito delle sue funzioni (delega incautamente nuovamente attribuitagli). Senza nutrire grandi aspettative – conclude l’opposizione -, ascolteremo su quali prospettive si è ricomposta questa maggioranza e verificheremo se, di nuovo, sarà somministrato l’elenco (ormai infinito) dei problemi di questa città irrisolti per incapacità amministrativa e politica”.
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