“La libellula armata”, l’esordio letterario di Paolo Giovanni D’Amato

“Una Capitale sporca, oscura e indifferente, dove i giovani trascinano i piedi avanti senza un vero futuro e le famiglie si arrampicano lungo una vita fatta di schiaffi e sacrifici. Eppure viva e in fermento per alcuni eletti: i potenti e i ricchi, che fagocitano tutto dividendosi la torta con criminali più o meno radicati”. E’ questo il contesto in cui si sviluppa l’esordio letterario di Paolo Giovanni D’Amato per la casa editrice Argento Vivo, collana Fuoriclasse, segnalato alla 31esima edizione del Premio Italo Calvino. “La libellula armata” sarà presentato sabato 8 febbraio, alle ore 18:00, presso la saletta del Gran Caffè Letterario a Sulmona, alla presenza di Marco Maiorano del Sulmonacinema, con letture dei brani del libro affidati a Pietro Becattini.

In un contesto decadente, dunque, la storia è quella di un ragazzo, Diego Ragonese, che costruisce “un’alternativa eccitante e pericolosa, una filosofia da fuorilegge gentiluomo. Il crimine, sì, ma con dei principi. Per Diego, ex habitué degli ambienti di protesta e appassionato di scontri bruschi con le divise, si apre un baule con le vestigia da Superman di periferia: di giorno, un Clark Kent sfruttato come montatore da una tv locale, di notte il passamontagna per strappare ai ‘pariolini’ qualcosa di cui non hanno bisogno e restituire ai nuovi poveri, senza dimenticarsi le cartelle Equitalia di mamma e papà”.

In questo senso la storia di D’Amato diventa il riscatto di un destino ingiusto, “un noir efficace, scorrevole e adrenalinico: ogni aspetto è curato nel particolare, i personaggi sembrano nostri conoscenti e Roma, quella vera, sembra quasi di toccarla con mano. Merito dell’autore, D’Amato, che ha saputo mettere su carta la sue visioni di una Capitale vissuta per nove anni da abruzzese, lavorando proprio in ambito televisivo come il suo Diego. E chissà che anche lui, come tanti di noi, non abbia sognato di indossare per una volta il passamontagna per raddrizzare un po’ la nostra epoca”.

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