Se l’intenzione dei consiglieri comunali del centrodestra al Comune di Sulmona, con la loro richiesta-annuncio di una mozione di sfiducia al sindaco Annamaria Casini, era quella di “stanare” i colleghi disposti a mandare davvero a casa il sindaco; la risposta che arriva oggi da Bruno Di Masci rilancia e tende a smascherare i tatticismi che hanno il sapore della boutade.
“Dopo aver preso atto della presunta volontà espressa dai signori Fabio Federico (Lega), Vittorio Masci (Fratelli d’Italia) ed Enzo Fusco (Forza Italia), secondo la quale ci sarebbe l’intenzione dei consiglieri comunali Bianchi, Salvati e Tirabassi di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco per tornare a nuove elezioni, vorrei comprendere alcune cose che, a questo punto, appaiono fondamentali per orientare l’azione di ciascuno di noi. Vorrei comprendere – scrive Di Masci – se fosse chiaro ai sottoscrittori del comunicato che non ci sono più i tempi tecnici necessari per discutere e votare una mozione di sfiducia.
Per cui se, a questo punto, i consiglieri comunali dovessero confermare le volontà espresse nel comunicato, appare necessario comprendere se la Bianchi, Tirabassi e la Salvati sono pronti a firmare le dimissioni contestuali per tornare alle urne ed evitare un commissariamento lungo. Io sono pronto, loro siano chiari perché la Città non può più attendere”.
Una risposta che se da un lato vuole “stanare” il centrodestra, dall’altro sembra far capire che l’accordo politico paventato nei giorni scorsi per andare avanti fino a fine legislatura non sembra aver convinto proprio Di Masci.
Il riferimento al “commissariamento lungo”, infatti, lascia pensare che comunque lui (e chissà se i suoi) non rientrerà in maggioranza, il che potrebbe portare alla caduta dell’amministrazione (salvo dimissioni contestuali) quando si tratterà di approvare il bilancio a marzo.
Chi firma salverà Sulmona
Coloro che firmeranno, sanno di firmare per altri 5 anni di non governo cittadino!!!
Di Masci mente per la gola, perchè ci sono eccome i tempi tecnici per sfiduciare il Sindaco, ci sono ancora tutti “se si vuole”.
L’art. 52 del T.U.O.E.L. recita che la mozione di sfiducia deve essere messa in discussione non prima dei 10 giorni e non oltre i 30 giorni dalla sua presentazione.
Calcolatrice alla mano e fissato il 21.02.2020 data ultima valida per lo scioglimento del consiglio comunale e prendendo a riferimento lunedi 3 p.v. l’apposta firma sul documento di sfiducia, 21-3= 18 gg. (ben più dei minimi 10) di calendario utili e validi per discuterne in consiglio comunale, e questa è matematica e non si può smentire, ma ripeto “se si vuole”, basta coinvolgere con richiesta di urgenza sul Presidente del Consiglio Comunale ed il gioco è fatto e nei tempi giusti e dovuti.
Ma c’è un ma (ma molti di più), la mozione di sfiducia prevede che siano indicate le motivazioni della richiesta e mettere nero su bianco le “malefatte e le non fatte” di questa legislatura in cui sono “primari soggetti chiamati in causa” sarebbe per loro un “harakiri politico” e quindi non affatto conveniente e completamente da evitare 😉 😉 .
Il Consiglio Comunale, Sindaco in testa, come tutta la cittadinanza, e i “magnifici 2” sanno che questa o altre giunte a formarsi non avranno un successo diverso da quello che finora hanno avuto, e il fremere della “coppia spaccatutto” è talmente tanto che la “resistenza passiva del Sindaco” cioè l’attendere che passi l’ultimo “treno per lo Yuma 2020” che gli si sta creando un tale turbamento interiore da fargliele tentarle tutte e questo perchè, diversamente dal titolo che cita lo “stanare il centro-destra”, loro stessi si stanno chiudendo in una “tana senza uscita di sicurezza” anche forse dovuta da più qualche malumore e disponibilità già palesata che sta facendo scorrere il tempo, giorno dopo giorno, goccia dopo goccia e questo stillicidio sta logorando i loro poveri nervi acuendo maggiormente la loro “nevrosi politica”!!!!!!!!!
WARNING – il commento è stato rimosso perché diffamatorio