Tre anni fa Comune di Pratola Peligna e ASL Avezzano-Sulmona-L’Aquila firmarono una convenzione per la realizzazione di una nuova residenza per anziani non autosufficienti nell’edificio della ex Scuola Media. Per l’intervento la Regione Abruzzo ha stanziato tre milioni di euro per lavori di adeguamento sismico e razionalizzazione degli spazi interni, con l’obiettivo finale di realizzare un totale di 60 posti letto e una struttura dotata di medici, infermieri e altre figure professionali necessarie per espletare le prestazioni previste. Sembrerebbe però che, a seguito degli approfondimenti progettuali e rilievi effettuati sulla struttura esistente, i fondi messi a disposizione non siano sufficienti per la realizzazione dei necessari adeguamenti e messa in sicurezza sismica, oltre quelli per la ristrutturazione dell’immobile.
A darne notizia sono il segretario provinciale della Cgil Francesco Marrelli, il segretario della Funzione Pubblica Anthony Pasqualone e il segretario dello Spi Ennio Mastrangioli attraverso un comunicato della Cgil provinciale.
“Se queste sono le ragioni – scrive la Cgil – riteniamo necessario e urgente che la Regione metta a disposizione le ulteriori risorse necessarie per riavviare i procedimenti relativi alla progettazione ed esecuzione dei lavori previsti, così da dotare la Valle Peligna di una struttura residenziale per gli anziani e le persone non autosufficienti, attualmente costrette a ricoverarsi in strutture pubbliche a notevoli distanze, oppure in strutture private dai costi insostenibili per le famiglie”.
A tal proposito la Cgil evidenzia la situazione relativa ai posti letto accreditati per l’assistenza residenziale e semiresidenziale per gli anziani e i disabili nell’intera provincia dell’Aquila. Ne risultano accreditati solo 60 nel Servizio Pubblico, a fronte di una attivazione di 525 posti letto su tutto il territorio regionale.
“Riteniamo dunque urgente – conclude il sindacato – sbloccare la situazione relativa alla realizzazione della RSA nel Comune di Pratola Peligna, chiamando alle proprie responsabilità tutte le Istituzioni interessate: la Regione affinché metta a disposizione le eventuali ulteriori risorse mancanti; la ASL affinché mantenga gli impegni assunti in precedenza; il Comune di Pratola affinché si attivi senza indugio per la tempestiva realizzazione della RSA e le forze politiche locali affinché si faccia fronte comune nel rivendicare la realizzazione di una struttura Pubblica strategica per il territorio”.
S.M.
A Pratola, in occasione di elezioni, vuoi politiche, vuoi regionali, vuoi provinciali, vuoi comunali, si è sempre portato in campagna elettorale,la imminente realizzazione della casa di riposo per anziani, a patto che il partito o i partiti che la proponevano, venissero votati per vincere la partita. Alla fine, finita la festa ,gabbato lo santo, tutto restava come prima, insomma cambiare per non cambiare nulla. Il proposito di realizzare “la casa di riposo”, tornava bellamente nel cassetto. E gli anni passavano e la solfa si ripeteva puntualmente durante le elezioni, sin dai tempi dell’ex istituto tecnico, già erigendo ospedale pratolano. Per farla breve una farsa più che una promessa, sino al punto che nessuno più ci credeva. Senonché, il sindaco dem di Pratola, prima della Di Nino, annunciò con grande clangore di trombe, che a Pratola sarebbe sorto un ospizio(giusta definizione) dove verrebbero “parcheggiati”(purtroppo è così, inutile indorare la pillola) anziani non auto sufficienti. Insomma un cronicario, che mette a dura prova il personale chiamato a lavorarci e punto di trasferimento di tutti i pazienti allettati dell’ospedale di Sulmona. I pratolani, volevano una casa di riposo per anziani, vista la fuga dei tanti anziani di Pratola verso le case di riposo del circondario: Roccacasale, Corfinio, Vittorito, Popoli, Castelvecchio, Raiano etc.etc. Così a Pratola abbiamo, la residenza per alienati mentali e per autistici. Ora pare che ci si batta per avere un cronicario. Insomma ,non certo quello che i cittadini avrebbero desiderato. E non credo che Pratola se ne avvantaggi. Non è cosa semplice poi assistere dei cronici allettati, ci vuole da parte del personale forza fisica e pazienza di Giobbe. Molti arriveranno con enormi piaghe da decubito. Ne sono sicuro. Chi le curerà, visto che non sono capaci nemmeno di curarle negli ospedali, per carenza di personale medico-infermieristico? Prima di fare una cosa suonando le trombe, ci si pensa a quello che si fa?