Il parco fluviale Daolio non è chiuso, è semplicemente non aperto: “Chi vuole usufruirne – dice l’assessore Mauro Tirimacco – può fare richiesta e utilizzarlo. Come è accaduto per una parrocchia qualche tempo fa”.
Dopo la sperimentazione dei cavalli, che l’assessore difende a spada tratta (“necessaria perché l’area era infestata da ingombranti”), il polmone verde della città si candida ad essere insomma il primo spazio pubblico a prenotazione: se qualcuno avesse intenzione di portare il cane a sgambare o i bambini a giocare in una delle poche aree gioco esistenti, insomma, può fare domanda al Comune, protocollare la richiesta, attendere la decisione e aspettare che qualcuno vada ad aprire il cancello.
E così sarà, dice Tirimacco, “fino a quando non ci sarà una guardiania e una gestione – continua l’assessore dei cavalli – perché l’area è stata troppo vandalizzata nel tempo e si corrono anche dei pericoli a starci dentro” (pericoli che spariscono su richiesta).
Un’emergenza che, mai registrata prima, dura ormai da quasi un anno, da quando cioè nel febbraio scorso, improvvisamente, i cancelli dello spazio verde vennero chiusi senza neanche un cartello che ne spiegasse i motivi.
Per la gestione, assicura sempre l’assessore, “ci stiamo muovendo – dice Tirimacco – le carte sono in mano all’ufficio tecnico (dove non ci sono dirigenti, ndr) e non so quando sarà fatta la gara per affidare la gestione”. Un mantra che torna ogni anno e che ha sempre lo stesso esito: il nulla.
Le sorti del parco fluviale, in verità, c’è chi vorrebbe legarle a quelle dell’area camper. Ma non si sa se questo sia un bene o un male. Perché anche per il cosiddetto Collettore turistico le incognite su una sua apertura sono tante: la soluzione urbanistica per la destinazione d’uso, con il chiosco riservato ai soli clienti camperisti, infatti, rischia di far smorzare l’entusiasmo dei tre imprenditori che hanno mostrato interesse per la gestione dell’area.
Si saprà presto, comunque, se la struttura potrà essere data in gestione: la giunta Casini ha annunciato che la garetta con avviso per manifestazione di interessi sarà fatta a breve, con l’obiettivo di aprire entro Pasqua 2020. “In verità – ammette l’assessore Cozzi – si doveva aprire per Pasqua 2019. Non ci si è riusciti, proviamo ad aprire con un anno di ritardo”.
Per il momento, insomma, si può prenotare solo il parco, ma non per fare campeggio.
Questo signore x le sue idee geniali viene anche pagato…..ma d’altronde questo passa in convento.
Ma comunque il parco fluviale cittadino viene ;dal più elevato senso comune dei meridionali; percepito come un fosso umido e tendenzialmente malsano,perciò non doveva essere costruito affatto.Qui non siamo zozzi come altre zone d’Italia dove si fanno anche il bagno nel Po, nella Dora Baltea Adige etc.