Debutta nei fatti questa sera l’ordinanza firmata dal sindaco Annamaria Casini sul prolungamento degli festeggiamenti notturni e che prevede lo spegnimento degli amplificatori all’una di notte fino al 10 settembre. Un’ordinanza che arriva a seguito delle polemiche e delle proteste del popolo della Giostra, “costretto” nelle scorse settimane a chiudere baracca alla mezzanotte a fronte di locali notturni che hanno continuato a suonare fino a tarda notte.
In realtà, come già detto da Il Germe, una vera e propria costrizione sugli orari a Sulmona non c’è e non c’è mai stata, se si esclude, paradossalmente, proprio quella imposta dall’ordinanza firmata ora dal sindaco Casini.
L’assenza di un Piano acustico a Sulmona, nonostante una legge regionale di cinque anni fa che obbliga i Comuni ad approvarlo, ha demandato infatti finora alle singole richieste di autorizzazione gli orari di chiusura. La mezzanotte, come spiegato, è stato insomma finora un orario di prassi, non vincolato da nessun obbligo di legge e normativa. Né locale, né regionale.
“Non c’è nessuna legge e norma che obbliga a chiudere la musica ad un orario definito – conferma il dirigente regionale Antonio Sorgi – la legge sui Piani acustici che i Comuni dovrebbero attuare riguarda la regolamentazione con zonizzazione dei rumori, che è cosa diversa e molto più complessa della fissazione di orari per le feste e gli eventi straordinari, la cui regolamentazione, grazie ai Piani acustici, deve essere fatta dai Comuni”.
Le tabelle allegate alla delibera regionale che dava il via alla legge del 2012, insomma, “sono del tutto indicative e non vincolanti. Ogni Comune si regola in base alle proprie esigenze urbanistiche e di programmazione culturale e dovrebbe farlo basandosi su uno studio specifico che correda il Piano acustico”.
Tanto rumore per nulla, è il caso di dire.
Commenta per primo! "Musica e feste, il sindaco fissa la chiusura all’una"