Il silenzio è assordante, a fronte degli impegni presi nell’ultima riunione in Comune e, ancora, nelle riunione del 6 dicembre scorso al tavolo in Regione presso il dipartimento dello Sviluppo economico dove, ancora una volta, gli assessori regionali Nicoletta Verì (Sanità) e Piero Fioretti (Lavoro) non si sono neanche presentati.
Per le undici famiglie dei dipendenti della clinica San Raffaele di Sulmona si avvicina inesorabile l’ora del licenziamento: il prossimo 20 dicembre, infatti, scadrà la procedura avviata dall’azienda e “se la Regione non interverrà con l’adeguamento del budget – denunciano i sindacati – undici lavoratori andranno a casa prima di Natale. I dirigenti in quell’occasione si sono presi l’impegno di attivare un tavolo politico che finora, purtroppo, non c’è stato” e d’altronde inascoltata e neanche degna di una risposta è stata la richiesta che le organizzazioni sindacali hanno fatto al presidente Marsilio di poter partecipare al consiglio regionale tenutosi lo scorso 10 dicembre.
“Martedì ci sarà una nuova assemblea con i lavoratori e, se non saremo convocati a breve, siamo intenzionati ad andare avanti anche con azioni eclatanti se sarà necessario – aggiungono Cgil, Cisl e Uil -. Ricordiamo ancora una volta che la casa di cura San Raffaele eroga un servizio di altissima intensità assistenziale con prestazioni sanitarie importantissime e complementari al pubblico che producono anche mobilità attiva grazie alla professionalità acquisita negli anni dal personale che continua, nonostante la spada di Damocle sulla testa, a prestare il proprio lavoro quotidianamente senza alcuna certezza sul futuro”.
Ma la Regione non sembra proprio intenzionata a concedere adeguamento del budget: una “transazione” da poco più di un milione di euro che mette a rischio i 25 posti letto della riabilitazione della clinica sulmonese e, soprattutto, qualificati e vitali posti di lavoro.
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