In memoria di Fabrizia, il ministro Amendola: “Un dolore che non ti togli di dosso”

È per celebrare la memoria e i valori “di una nostra cittadina meridionale ed europea” che oggi al Vico si sono riuniti istituzioni, studenti, familiari e amici di Fabrizia Di Lorenzo, la giovane sulmonese che ha perso la vita nell’attentato di Berlino tre anni fa.

A commemorarne il ricordo, in occasione anche del Premio che porta il suo nome, c’era il ministro per gli Affari Europei Vincenzo Amendola. “Quegli anni tra il 2015 e il 2017 – ha raccontato – ho vissuto una delle stagioni più tragiche, folli, di un attacco terroristico organizzato contro i valori europei. Ho vissuto in prima persona dei momenti drammatici dalla Tunisia fino agli attacchi dove giovani come Fabrizia sono morti, un dolore che non te lo togli da dosso. Nizza, gli attacchi di Barcellona, l’andare a parlare con le famiglie che vivono una tragedia infinita, si sente quasi il dolore di una mancanza di ragione, o meglio di una ragione lontanissima, di un fanatismo ispirato da una follia e da una lettura fondamentalista della religione che noi abbiamo combattutto grazie anche ai nostri soldati che hanno partecipato alla coalizione anti terrorismo in Iraq”.

Nel suo discorso Amendola è più volte tornato sull’idea di europeismo e di unione: “Come europei abbiamo combattuto anche sul nostro territorio. Tante le vittime dal 2015 in poi. Come Fabrizia, Valeria Solesin nell’attacco del Bataclan fino ad un anno fa, oggi ricorre l’anniversario dalla morte di Antonio Megalizzi a Strasburgo, anche lui colpito dal fanatismo e dall’odio. Oggigiorno quando si dice viaggiare per l’Europa, a farlo non sono migranti, sono europei e quindi vivevano in altre capitali perché ci credevano, si sentivano a casa. Non ci sono più confini, la capacità di tanti giovani meridionali, italiani è di trovare il proprio destino in giro per l’Europa”.

Ed ancora il senso di coesione italiano dopo quel tragico avvenimento, “una comunità solida perché i valori sono solidi”.

A “Giovanna, Gaetano, al fratello, a tutti voi oggi dico che non sono solo qui a nome del governo per ricordare ma per dire che questo Paese è sempre forte quando è coeso nei suoi valori, nel suo costruire anche dalle tragedie delle reazioni, delle speranze come quelle che celebreremo oggi perché è ovvio che i ragazzi premiati che sono qui sono la speranza di far continuare quei valori, con quella forza che tanti ragazzi volevano interpretare”.

A conclusione della cerimonia, infine, è stata posta la prima pietra del monumento dedicato a Fabrizia, nell’area verde antistante il liceo Vico, la sua scuola.

1 Commento su "In memoria di Fabrizia, il ministro Amendola: “Un dolore che non ti togli di dosso”"

  1. Renato Morgante | 17 Dicembre 2019 at 08:47 | Rispondi

    Questi non sono atti, meramente, terroristici. Premesso che comunque in Tunisia si immolo’ Fabius, una figura storica superiore anche ad Ovidio se, con massimo onore, venne ricordato e declamato da Giulio Cesare in persona che lo tramando’ alla ammirazione dei posteri nei suoi scritti, ed invece sempre rimasto completamente sconosciuto alla attuale sedicente cultura peligna, venendo lasciato senza considerazione. Quindi la antica provenienza dei tunisini non la può giudicare nessuno. Però il ripetersi continuativo di determinate singole reazioni in determinate zone dove è più vigente un rigido statalismo di anche stupide regole, dimostra, se non sono accadute in Italia, che il sistema sociale italiano più attento e permeato dalla religione cattolica risulta più accogliente e generalmente più umanistico e meno oppressivo per tutti se proprio la parola stessa “cattolico” significa universale ingenerando perciò minori conflitti culturali essendo reciprocamente meno differente da qualsiasi altra società.Almeno sinora.

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