E’ un subequano il nuovo presidente dell’Ersi, l’ente regionale del servizio idrico, cioè, che gestisce indirizzi e programmazione del ciclo delle acque in Abruzzo. Si tratta di Nunzio Merolli, 69 anni di Goriano Sicoli, nominato oggi dalla presidenza del consiglio regionale a sostituire l’avvocata Daniela Valenza che venne a sua volta nominata dalla legislatura D’Alfonso. La nomina, infatti, è di quelle soggette a spoil system: Merolli, insomma, entrato in quota Lega, resterà in carica fino alla fine della legislatura di Marsilio.
Nonostante i suoi trascorsi politici, assessore e vicesindaco a Goriano, coordinatore di collegio e candidato alla politiche del 1994 con Forza Italia, però, Merolli è prima di tutto un addetto ai lavori: geometra con una lunga esperienza sul campo, è stato dal 1994 al 2010 responsabile del settore tecnico del Consorzio acquedottistico prima e della Saca poi. Lavoro a cui approdò dopo essere stato funzionario dell’Agenzia per il Mezzogiorno e del ministero dell’Industria. Come professionista è consulente tecnico del tribunale, progettista e direttore dei lavori in diversi appalti pubblici che hanno riguardato la captazione delle acque e gli impianti di depurazione civili e industriali.
Con queste carte cercherà di rimettere ordine ad un settore dove “c’è molto da fare – spiega il neo presidente Ersi – soprattutto nell’ambito della depurazione, perché la regione verde dei parchi non può permettersi scene come quelle viste ultimamente a Striscia la Notizia. Un grosso lavoro va poi fatto per la normalizzazione dei sistemi acquiferi regionali, oggi dispersi in gestioni diverse e che andrebbero messe sotto un’unica direzione regionale. Per prima cosa, però, ci dovremo occupare di risolvere il problema delle acque del Gran Sasso al centro negli ultimi mesi di gravi criticità”.
La sua, promette, sarà una gestione indirizzata alla sostenibilità: “Dobbiamo dove possibile ridurre la captazione delle acque dai pozzi – spiega – e sfruttare le risorse delle sorgenti: a Pettorano, ad esempio, abbiamo alla fonte un’acqua oligominerale che potrebbe essere distribuita alla popolazione senza essere clorata, risparmiando soldi e l’uso della plastica”.
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