Crisi “parlamentarizzata”: verifica entro Natale

Per tutta la seduta la maggioranza aveva fatto il pesce in barile, nonostante le sollecitazioni dell’opposizione affinché qualcuno spiegasse cosa era successo ieri, perché cioè la coalizione di salute pubblica non si fosse presentata in consiglio.
Un’assise, quella di oggi, in seconda convocazione, dai toni concilianti e “costruttivi”, la hanno definita gli stessi consiglieri, che dopo aver approvato la variazione di bilancio (con tanto di apertura da parte della minoranza per l’accoglimento di un emendamento sul Natale presentato in ritardo) e aver attraversato la spinosa discussione sulla gestione del Cogesa, era alla fine approdata alla concessione della cittadinanza onoraria a Liliana Segre.


Al momento di togliere le tende, però, è Bruno Di Masci a prendere la parola, dopo aver tentato di affidare lo scranno della presidenza del consiglio su cui sedeva per l’assenza della Di Marzio. “E’ inutile far finta di niente, che non sia successo niente – ha detto – perché ieri è successo invece molto, perché è mancata un’intera maggioranza ed è opportuno che se ne discuta in consiglio”.
“E’ chiaro che bisogna fare una verifica di questa maggioranza e del programma – ha ribattuto il sindaco – mi auguro che il senso di responsabilità che ha contraddistinto la discussione di oggi prosegua nei prossimi giorni e che le questioni vengano fatte emergere con chiarezza da chi le ha sollevate per dare un percorso chiaro di governabilità della città”.
Insomma la crisi da latente è diventata manifesta e “parlamentarizzata”: in attesa che il prossimo consiglio comunale, da celebrare prima di Natale, definisca tempi e modi della sindacatura.


I motivi del dissenso restano al momento non ufficiali, ma solo chiacchierati: la lentezza su alcuni progetti come il Masterplan e quello di Rete Gas, ad esempio, ma, ancor più sotto traccia, la ressa sulle assunzioni in corso a palazzo San Francesco e in particolare nel corpo di polizia municipale dove sono in lizza (e domani ci sarà la prova scritta) molti amici degli amici e loro fidanzati la cui posizione non sembra aver fatto breccia nella rigidità istituzionale del segretario comunale.


Al di là delle chiacchiere da corridoio, però, è lo stesso Di Masci, la stampella salvifica della sindacatura Casini, a parlare di “una maggioranza squagliata” e ad ammettere che “così non si può certo andare fino a fine mandato, perchè se non ci sono risultati è inutile fare accanimento terapeutico”.
Calcolando che per andare al voto a maggio l’amministrazione dovrà cadere prima del 21 febbraio: c’è chi dice sarà prima di Natale, chi dopo le elezioni in Emilia Romagna a gennaio. Perché in fondo perché la “pupa” si muova, c’è bisogno che il “puparo” abbia trovato un nuovo palcoscenico su cui esibirsi.

3 Commenti su "Crisi “parlamentarizzata”: verifica entro Natale"

  1. Ma è possibile che una città del centro Abruzzo, con 25.000 abitanti, venga di fatto governata da un personaggio inqualificabile come Di Masci. Fa e disfa le Amministrazioni comunali, da decenni. Una mente diabolica che pensa solo a perpetuare il suo potere personale, mentre delle sorti della città non gli importa assolutamente niente.
    Se una volta si diceva “ci vuole un giudice a Berlino”, ora viene da dire e sperare ci vuole un Salvatore della Patria a Sulmona

  2. Carlo De Michele | 28 Novembre 2019 at 19:33 | Rispondi

    Ma perché questo giornale che è l’unico che informa puntualmente e lodevolmente sui fatti cittadini e sull’attività comunale, non informa anticipatamente in merito alle convocazioni del Consiglio Comunale. Si permetterebbe a molti cittadini di assistere e farsi un’idea informata sui nostri governanti e sulle questioni che interessano la città.
    Nell’antica Atene, le riunioni politiche e le decisioni si prendevano nell’agorà, in piazza, davanti a tutti i cittadini.
    Fra questi c’era anche Socrate, sempre attento e critico nei confronti dei “nemici” della città. Se noi non abbiamo più un Socrate, abbiamo un pubblico più elevato culturalmente di quello di Atene.
    La maggior parte della nostra popolazione ha studiato, è diplomata o laureata.
    Informiamoli e molti di loro potranno seguire le sedute comunali, condizionandole, solo con la loro presenza.
    il livello degli interventi sarà più accorto e produttivo.

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