Si svolgerà a luglio 2020 l’udienza davanti al Consiglio di Stato dopo il ricorso presentato dal Comune di Sulmona. Un passaggio successivo e “obbligato” dopo la bocciatura da parte del Tar del Lazio contro la Snam. L’oggetto è la costruzione della centrale di compressione a spinta prevista a Case Pente a Sulmona. Una data, quella della prossima estate, troppo lontana nel tempo poiché il Consiglio rischierebbe di pronunciarsi a lavori ormai iniziati.
La protesta non si ferma a Case Pente, anzi va lentamente strutturandosi e assumendo varie forme come anche l’iniziativa Contro Cantiere messa in piedi dal collettivo Altrementi, in collaborazione con tutte le realtà associative vicine alle tematiche ambientali, che fino ad ora si sono adoperate contro la costruzione del progetto Snam che oltre alla centrale prevede anche il metanodotto.
Domenica prossima si svolgerà l’appuntamento “Concerto in natura” con la Crescendo Brass Band, guidata dal maestro Luca Di Francesco, previsto alle ore 11 a Case Pente. Gli ottoni della scuola di musica Orizzonti Musicali di Introdacqua esprimeranno attraverso le note “il valore della tutela dell’ambiente ed il rispetto per il territorio”. Un appuntamento che punta a non spegnere i riflettori sulla questione Snam e a sollecitare anche una presa di coscienza generale, per questo è stato lanciato l’appello a contribuire nella strutturazione del presidio.
Intanto venerdì 29 novembre, a partire dalle ore 9, si svolgerà anche a Sulmona il quarto sciopero globale per il clima “Friday For Future”, con appuntamento a piazza XX Settembre per raggiungere il liceo Vico e il Fermi. “Torniano in piazza a Sulmona come nel resto del mondo per portare le nostre richieste ancora una volta sotto gli occhi di politici vari e capi di stato – scrivono dal comitato peligno -. Per questo sciopero abbiamo deciso di mantenere il solito corteo che attraverserà le strade di Sulmona, invertendo simbolicamente il percorso. E’ proprio un cambio di rotta quello che il nostro paese e gli altri stati devono compiere; le nostre richieste sono infatti collegate da un comune denominatore; una immediata e netta rottura con le abitudini e i comportamenti precedenti per abbracciare un modo di vivere, di produrre, di consumare più sostenibile”.
Simona Pace
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