“L’Avvocatura Distrettuale dello Stato dell’Aquila ha chiarito che l’acquisto da parte dello Stato, in questo caso del Ministero dell’Interno, di un immobile per le proprie finalità istituzionali non può prescindere da un’indagine di mercato che ne garantisca i principi di economicità, efficacia, pubblicità e trasparenza e che tuteli la concorrenza prevista nell’ambito di tutti i contratti di compravendita della pubblica amministrazione, certificandone la soluzione di acquisto come unica o migliore rispetto alla tutela degli interessi pubblici”. Così il Demanio spiega il perché abbia rispedito al mittente la proposta di acquisto dei terreni della Casa Santa per la realizzazione della nuova caserma dei vigili del fuoco: un diniego che, nei fatti, allontana l’ipotesi di una nuova sede per i pompieri, costretti oggi nella caserma inadeguata, anche sismicamente, di via circonvallazione occidentale.
Il Demanio ha così chiesto ai vigili del fuoco di esperire un avviso pubblico già dallo scorso mese di agosto, ritenendo di fatto archiviata l’ipotesi dell’accordo di programma che era stato prospettato nella conferenza dei servizi di marzo scorso e che prevedeva la vendita dei terreni da parte della Casa Santa ad un prezzo basso, la trasformazione da parte del Comune della loro destinazione urbanistica (da agricola in edificabile) e l’investimento da parte del ministero dell’Interno per la costruzione della caserma e dell’elisuperficie annessa.
Il bando, dicono dal comando dei vigili del fuoco, sarà pronto tra un mesetto e mezzo, ma sul fatto che ci sia qualcuno in grado di rispondervi è improbabile, non almeno nella zona ritenuta strategica lungo la statale 17. Perchè si tratterebbe di possedere un unico lotto di grandi dimensioni e con destinazione edificabile. Per la nuova caserma dei vigili del fuoco, insomma, il rischio è quello di allungare in modo indefinito i tempi di realizzazione, facendo tornare la pratica da dove era iniziata quasi dieci anni fa.
La decisione del Demanio, d’altronde, è supportata anche da un parere dell’Avvocatura che non è convinta della natura giuridica di ente pubblico della Casa Santa, seppur si tratti di un’azienda interamente partecipata dal pubblico e cioè dai Comuni di Sulmona e Roccaraso e dalla Regione Abruzzo. Tesi questa che però non è condivisa dalla stessa Casa Santa che inutilmente, insieme al Comune, ha tentato di convincere il Demanio che sarebbe stato sufficiente un accordo di programma tra enti per superare le barriere burocratiche che ora rischiano di diventare insormontabili.
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