Due ergastoli e una condanna a dieci anni di reclusione: la Corte d’Assise dell’Aquila ha condannato oggi in primo grado i tre rumeni che la sera del 3 giugno del 2017 fecero irruzione nell’abitazione di un anziano a Castel di Sangro, il settantanovenne Domenico Di Luia, picchiandolo brutalmente, al fine di rapinarlo, e lasciandolo esanime a terra. Una violenza feroce e inaudita che pochi mesi dopo, il 26 ottobre dello stesso anno, portò al decesso dell’uomo proprio per i pesanti traumi riportati a seguito dell’aggressione, come accertò il perito in fase di autopsia.
Ai tre, che vennero arrestati inizialmente con l’accusa di rapina e lesioni personali aggravate nell’immediatezza dei fatti grazie al pentimento di uno di loro che si costituì quella sera stessa ai carabinieri, venne rifiutata la richiesta di rito abbreviato davanti al gup del tribunale di Sulmona che li rinviò a giudizio davanti alla Corte. Oggi, così, i magistrati hanno sostanzialmente accolto le richieste del pubblico ministero Stefano Iafolla, condannando Adrian Albin Simon, 42 anni, e Dimu Ursan, 34 anni, all’ergastolo e comminando al terzo uomo, Aurel Iuovan, 39 anni, colui che fece il palo e che poi si recò dai carabinieri per denunciare i suoi complici, una pena di dieci anni di reclusione.
L’accusa è quella di omicidio aggravato in concorso, accusa che venne formalmente notificata ai tre nel maggio del 2018, quando vennero raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Un omicidio brutale, reso ancor più grave dal fatto che l’anziana vittima era invalida e che quindi non avrebbe potuto opporre alcuna resistenza alla rapina.
Oltre al pentimento e al racconto di Iuovan, ad incastrare i tre furono gli accertamenti tecnici effettuati dal Ris dei carabinieri e che hanno fornito riscontri oggettivi negli esami tecnico-biologici fatti sulle tracce di sangue rinvenute sul luogo del delitto e sugli indumenti degli assassini.
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