Novità letterarie per la Valle Peligna

La Valle Peligna è, nell’ultimo periodo, al centro dell’interesse letterario della casa editrice Menabò, diretta dall’ortonese Gaetano Basti, che da oltre trent’anni pubblica il trimestrale “D’Abruzzo” e una serie di volumi di rilevanza storica e letteraria. Negli ultimi mesi, infatti, sono stati stampati tre volumi di autori peligni: “Dentro gli occhi i girasoli”, dell’archivista sulmonese Beatrice Ricottilli, delizioso florilegio di racconti o “poèmes en prose”; “Un gettone di memoria. 23 voci per Ottaviano Giannangeli“, curato da Andrea Giampietro, che raccoglie testimonianze sull’opera e sulla figura di uno dei migliori autori della nostra regione; “L’autoeducazione del maestro. Vita di Umberto Postiglione”, in cui Edoardo Puglielli approfondisce il percorso umano e ideologico dell’anarchico raianese.

Secondo Andrea Giampietro, traduttore, scrittore e critico letterario, l’onore va reso non solo agli autori dei libri citati, ma anche ai temi e ai personaggi per cui “tanto inchiostro è stato sudato”. Alle pubblicazioni, aggiunge la monografia “Giammario Sgattoni. La voce del cantore delicato”, curata da Bonifacio Vincenzi. Un omaggio, quello al poeta teramano dopo un decennio di semi-oblio, dovuto alla casa editrice calabrese Macabor.

“Vàntete da te, asene mé, sennò nte vante nisciune (Vantati da solo, asino mio, altrimenti non ti vanta nessuno), – commenta Giampietro citando Giannangeli e poi aggiunge – ma l’autocelebrazione non porta lontano anche se chi dovrebbe curarsi di autori da valorizzare o da riscoprire, preferisce voltarsi dall’altra parte. Speriamo che, dopo questi ultimi anni in cui l’intero Abruzzo è tornato a ‘provincializzarsi’ – pensiamo invece all’opera di ‘unificazione’ che, dalla fine degli anni Cinquanta ai primi del Settanta, operò una rivista come ‘Dimensioni’, tenuta in piedi da Giannangeli, Rosato e Sgattoni – a dividersi in fazioni belligeranti – non solo tra province ma anche tra borghi -, riprenda ad agire un’energia condivisa e propositiva, perché la rinascita di un territorio dipende unicamente dalla sinergia dei genii loci”.

S.M.

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