Se ieri il Pd cittadino è tornato a riunirsi, non tarda ad arrivare l’attacco di Elisabetta Bianchi, consigliere comunale ex Forza Italia. Per lei si tratta di un Pd “drammaticamente dilaniato da due corpulente anime tormentate, a Sulmona come al nazionale”.
La Bianchi evidenzia come nessuno, all’interno della nuova sezione, sia disposto a prendersi responsabilità, che nel caso specifico riguardano “la titolarità dei comunicati stampa che vengono diramati da mesi in forma anonima, senza sottoscrizione del responsabile di riferimento. Eppure – aggiunge la consigliera – pare che sappiano parlare di trasparenza, legalità e senso delle istituzioni, di quanto la Città di Sulmona sia minacciata e che loro sanno, sanno tanto e potrebbero fare di più”.
Non finisce qui la Bianchi che risale al 2016 parlando di ipocrisia, di quelli cioè che “spalleggiata dal Pd regionale con il silenzio complice di taluni che nel segreto dell’urna votavano Casini, che in Regione accoglievano Gerosolimo e con la collaborazione di altri che in coalizione lavoravano per la nuova ascesa di Bruno Di Masci, oggi seduti insieme nella nuova sede del Pd”. Quello stesso Bruno Di Masci con cui la Bianchi si era apparentata durante le scorse amministrative per rientrare in Consiglio comunale.
“Folgorati vintage” li definisce la consigliera “che hanno miracolosamente avuto il dono di aprire un mezzo occhio miope sulla Città alla vigilia del nuovo governo nazionale giallo-rosso 5 Stelle-Pd, capaci di offendere tutte le minoranze consiliari facendo ideologicamente di tutta un’erba un fascio senza saper distinguere azioni e atti amministrativi e chi l’opposizione la fa vera e di contenuto, va necessariamente ricordato che la legalità non è appannaggio esclusivo della sinistra, che legalità e trasparenza devono esistere nelle istituzioni democratiche incarnate con coraggio e lealtà di comportamento da ciascun cittadino e che il nuovo Pd non ha nulla da insegnare fin quando non è capace di darsi il coraggio di firmare almeno i comunicati stampa” conclude.
S. P.
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