Poco più di un anno fa, l’aggressione all’agente di polizia penitenziaria Andrea Paglieta, aggredito senza motivo con dell’olio bollente da un detenuto. In quella circostanza, oltre alla prontezza di Paglieta, fondamentale fu l’intervento di 5 detenuti accorsi immediatamente dopo l’accaduto contribuendo a portare in salvo lo sfortunato agente. Oggi arriva la notizia che due dei 5 detenuti sono stati insigniti del beneficio premiale della semilibertà.
Ne da notizia Mauro Nardella Vice Segretario Generale della UIL PA Polizia Penitenziaria e componente della UIL confederale CST Adriatica Gran Sasso. Fu il Gruppo per l’Osservazione Trattamentale a proporla proprio in funzione del contributo dato in termini di salvataggio della vita del poliziotto penitenziario. A.L e R.Z. hanno raggiunto grazie al loro alto senso civico l’ambito beneficio che gli consentirà di vivere gran parte della loro giornata all’esterno del carcere e per di più in contesti territoriali a loro più confacenti le esigenze familiari.
“Quella appena raccontata – scrive Nardella in una nota – è una di quelle storie che fa capire, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quali capacità umane possono maturare e manifestarsi all’interno del peggior luogo ove è costretto a vivere un uomo. Il trionfo del bene, attraverso questa storia, si è avuto modo di dimostrare che si riesce a materializzare anche all’interno di un contenitore qual è il carcere da tutti spesso ritenuto essere un mero luogo di restrizione umana. Se attraverso il prezioso contributo di tutto il personale operante al’interno del penitenziario sulmonese non fosse stato elaborato al meglio il programma trattamentale, ovvero la capacità di fare autocritica e, quindi, la propria rivisitazione criminale i 5 detenuti accorsi in soccorso del poliziotto chissà quale altra decisione avrebbero potuto prendere”.
S.M.
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