E’ la caccia a stare sotto la lente d’ingrandimento dell’associazione ambientalista Stazione Ornitologica Abruzzese-Soa che denuncia come il calendario venatorio domani sarà analizzato dal comitato Via, senza Valutazione di Incidenza Ambientale e con la delibera di Giunta già approvata.
Qualche giorno fa la Soa era già intervenuta sottolineando le “criticità” dello stesso. “Nella conurbazione costiera – spiega la nota – le foci fluviali sono come un’oasi nel deserto per la sosta durante la migrazione e lo svernamento di specie legate agli ambienti acquatici, molte delle quali protette, dal Falco di Palude al Gabbiano corallino passando per il Beccapesci, ma la giunta riapre questi territori alla caccia dopo oltre un decennio determinando un disturbo fortissimo, vietato espressamente dalle norme comunitarie, in periodi di grande vulnerabilità per la vita di un animale”.
Non solo. In base a quanto deciso dalla Giunta Marsilio si potrebbe cacciare anche nell’area contigua il Parco Nazionale d’Abruzzo nonostante la tutela dell’orso.
Quanto deciso, insomma, cozzerebbe con le indicazioni dall’Ispra. “In pieno contrasto – prosegue la nota – con le richieste ufficiali di Commissione Europea e Ministero dell’Ambiente, rende possibile la caccia a Moriglione e Pavoncella, due specie in fortissimo calo numerico”. Idem per il Frullino, specie rara; la Tortora, la cui caccia riapre prima, in “precario stato di conservazione”; la Coturnice per cui il Pnalm aveva richiesto la “sospensione del prelievo”.
“Il calendario approvato dalla Giunta Marsilio si pone poi in contrasto frontale con le indicazioni dell’Ispra – conclude – che chiedeva il posticipo dell’apertura della caccia per molte specie e l’anticipo della chiusura per altre, come ben 13 specie acquatiche (dalla Folaga alla Canapiglia), Beccaccia e Beccaccino, al fine di diminuire la pressione venatoria su specie in declino oppure rare e per adempiere alle norme comunitarie che tutelano in particolar modo le specie durante il periodo riproduttivo o la migrazione”.
S. P.
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