L’escalation di comportamenti tesi a invadere la vita degli orsi con fotografie, video e inseguimenti al limite della moralità, sta causando seri problemi nel Parco nazionale d’Abruzzo, come accaduto nei giorni scorsi quando una mamma orsa, che si è spinta troppo vicino a Pescasseroli con i suoi cuccioli, è stata rincorsa con la macchina e a piedi fino a disperdere due dei tre suoi piccoli. Scrive il Pnalm: “I video al solito sono diventati virali – uno è finito anche su Repubblica.it -, ma nessuno si è reso conto di ciò che è accaduto veramente. Ora si sta lavorando per il ricongiungimento. Lo abbiamo scritto e ripetuto in centinaia di post: godersi un avvistamento da lontano è una grande fortuna, inseguire a piedi o in macchina è estremamente dannoso. Postare immediatamente un video di orso in paese, significa richiamare tanta folla sul posto in mezzo alla quale c’è sempre la possibilità che qualcuno non si comporti nel modo giusto e ostacoli il normale comportamento dell’orso”.
A tal proposito il sindaco di Pescasseroli, Luigi La Cesa, ha emesso un’ordinanza il cui fine è quello di evitare l’avvicinamento forzato fra orso e uomo. Nella stessa si legge che è vietato l’avvicinamento all’orso a piedi o in auto, a distanze inferiori a 300 metri, l’utilizzo di fonti luminose, puntate sull’animale ed intercettare la frequenza dei radiocollari di cui sono muniti alcuni esemplari. Misure rese necessarie per disincentivare i paparazzi della natura.
Oggi il nostro quotidiano è scandito da momenti in cui dobbiamo fotografare tutto quello che ci succede e postarlo, per farlo vedere agli altri, conoscenti e amici e per essere gratificati dagli eventuali like. Non riusciamo più a vivere senza condividere le cose, dalle più banali a quelle più serie ed importanti. Si potrebbe dire che è gratificante condividere. Gli studi, infatti dicono che il solo pensiero di condividere attiva i centri di ricompensa del nostro cervello, anche prima che abbiamo fatto qualcosa. Inoltre, condividere rimanda alla nostra stessa immagine: il 68% delle persone afferma di condividere per dare agli altri un senso migliore di chi sono e di cosa si interessano.
Fotografare l’orso però potrebbe diventare anche rischioso se non si conosce bene l’etologia dell’animale, non che sia di per sé un animale aggressivo, ma perché potrebbe interpretare male l’avvicinamento dell’uomo e sentendosi minacciato, attaccare. Conclude il Pnalm: “Gli studi dicono che dietro ad una apparente tranquillità dell’animale può nascondersi un forte stress. Quando si tratta di animali selvatici, l’orso per l’esattezza, importante patrimonio di tutta l’umanità, per il quale il Parco sta facendo tutto il possibile per strapparlo all’estinzione, dovremmo pensare a tutti i possibili risvolti delle nostre azioni, anche se motivate da curiosità ed entusiasmo. L’orso non deve diventare un oggetto del nostro irrefrenabile desiderio di possedere, piuttosto diventiamo consapevoli dell’importanza di conoscerlo e quindi di rispettarlo. Cambiamo approccio e dimostriamo di saper convivere con gli orsi”.
S.M.
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