L’installazione è durata pochi giorni, ma quel che inquieta di più è il valore simbolico del danneggiamento. I cartelli che la Riserva Monte Genzana ha installato qualche giorno fa nei pressi di Pettorano sul Gizio per avvertire e allertare gli automobilisti del passaggio degli animali selvatici, e in particolare degli orsi, sono stati infatti presi a fucilate ieri, probabilmente nella notte.
Fori di un fucile a pallini hanno centrato in particolare la figura dell’orso che campeggia nel cartello: un chiaro avvertimento contro la politica di tutela della fauna selvatica e dei plantigradi già minacciati dal rischio estinzione e dai quotidiani pericoli sulla strada, con la morte appena qualche giorno fa di un’orsa in Molise.
La convivenza con l’orso a Pettorano è sempre stata problematica, almeno per una parte della popolazione: nei giorni scorsi una petizione di alcuni cittadini di Vallelarga è stata consegnata al sindaco perchè si prendano provvedimenti contro la presenza giudicata troppo ingombrante della fauna selvatica in zone antropizzate, una convivenza che circa cinque anni fa portò alla morte di un giovane orso, ucciso proprio con una fucilata, da un residente della zona.
E questo a dispetto delle associazioni, della Riserva e di una gran fetta di cittadini che, invece, gli orsi li vede come una risorsa, anche turistica. “A qualche balordo non piacciono i cartelli della Riserva del Genzana e di sicuro nemmeno gli orsi – commenta il direttore dell’area protetta, Antonio Di Croce – che tristezza e che amarezza. C’è gente così ignorante e così arrogante che vorrebbe far valere le proprie posizioni con le intimidazioni tramite arma da fuoco. Ma noi certo non ci facciamo intimidire”. Il direttore ricorda poi come i cartelli, sei in tutto, siano stati messi a tutela della fauna, ma anche degli automobilisti, senza contare che chi ha sparato lo ha fatto in un luogo pubblico e che poteva ferire qualcuno.
L’episodio è stato già denunciato alle autorità competenti e i carabinieri indagano su questa inquitante e incivile intimidazione.
Barbari deficienti