Grave fatto di cronaca in Valle Peligna, dove martedì un ragazzo senegalese di 27 anni è stato accoltellato alla gola mentre si recava a lavoro per il servizio civile. Lungo una delle strade secondarie che collegano Pettorano sul Gizio a Sulmona, sarebbe stato avvicinato da due persone le quali, secondo la testimonianza del giovane, lo avrebbero insultato e poi accoltellato alla gola. “Ti insegnamo noi a campare” gli avrebbero detto prima di colpirlo. Non contenti lo avrebbero caricato in auto e trasportato in un luogo diverso da quello dell’accoltellamento e poi gettato in un fosso probabilmente perché lo credevano morto. La coltellata infatti, poteva essere letale e solo per un puro caso non ha reciso la carotide.
Il ventisettenne ha passato così la notte all’addiaccio e solo ad ora di pranzo del giorno successivo, è riuscito a tornare nella struttura di accoglienza che lo ospita, nel Comune di Pettorano sul Gizio. Da lì, è stato trasportato in ospedale dove le sue condizioni sono apparse da subito serie, con una ferita lacero-contusa alla gola di due centimetri larga e quasi quattro profonda. Dopo un controllo ad Avezzano ieri mattina il ragazzo è stato trasferito all’ospedale di Pescara ed operato ed è attualmente ricoverato nel reparto di Chirurgia Toracica, dove a quanto pare avrebbe una prognosi importante. Sulla vicenda c’è un’indagine in corso da parte della polizia che sta cercando di ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto e soprattutto il movente. In alcuni punti infatti il racconto del ragazzo non sarebbe troppo coerente, anche se il senegalese, che parla perfettamente italiano, è una persona molto tranquilla, laureato in Filosofia e sempre attivo nel servizio civile. Prova ne è che da quando è a Sulmona, dal gennaio 2018, non è mai stato fermato ed identificato. Non regge quindi l’ipotesi del regolamento malavitoso, piuttosto gli inquirenti non escludono una ritorsione anche per fatti sentimentali, come non è escluso il movente dell’odio razziale.
Un episodio simile era già avvenuto nel giugno 2018, quando in due fecero irruzione nel centro di accoglienza della Casa Santa dell’Annunziata in corso Ovidio a Sulmona, accoltellando un richiedente asilo che viveva nella struttura. In quel caso il movente fu il razzismo e i due aggressori non fecero nulla per nasconderlo. Per uno dei due, la scorsa settimana è arrivata la condanna a sei anni di reclusione.
Savino Monterisi
Feccia di persone senza dignità e valori, possiate pagare per questo gesto ignobile non siete uomini e neanche bestie fate schifo.
Ringraziamo salvini…che popolo di merda, gli italioti.
ad oggi 7 agosto che sviluppi ci sono?????????????????????