Un trasloco che vale molto: nove mesi di attesa e 53mila euro di affitti pagati a vuoto, ma soprattutto il passo propedeutico all’apertura del nuovo ospedale di Sulmona. Inizierà oggi il trasferimento del distretto sanitario di base nella cosiddetta palazzina Rubeo, quella che si trova alle spalle dell’ospedale e che per mesi e mesi ha dovuto attendere che il Comune si ricordasse di asfaltare il pezzo di strada che permette ad esso l’accesso.
Ora che finalmente mezza colata di cemento il Comune è riuscita a farla, la Asl ha dato il via libera a trasferire nei mille metri quadrati della palazzina uffici e servizi del distretto sanitario, attualmente ubicato in una struttura adiacente il nuovo pronto soccorso. Ed è proprio questa presenza “ingombrante”, non compatibile perché aperta al pubblico con l’ingresso del pronto soccorso, tra i motivi che hanno impedito finora di trasferire anche i reparti nella nuova struttura antisismica dell’Annunziata.
Il nuovo distretto sanitario sarà operativo nella nuova sede a partire da lunedì prossimo, garantendo ambienti più idonei e più grandi ad utenti e addetti ai lavori e liberando la vecchia sede, che sarà utilizzata come deposito, in modo da permettere l’apertura del pronto soccorso a breve.
Anche l’ospedale nuovo, infatti, è prossimo a diventare operativo, che dopo otto mesi dall’inaugurazione e anni di attesa, non è proprio un record positivo. Il trasferimento del nuovo Annunziata, in verità, sarebbe dovuto partire lunedì scorso, dopo che il 25 luglio è arrivato l’ultimo definitivo collaudo, quello tecnico-amministrativo, che ha sostanzialmente dato il disco verde all’apertura. C’è tuttavia, accesso del pronto soccorso a parte, ancora qualche ritocco da fare e qualche attrezzatura da tarare, ma dalla Asl garantiscono che entro agosto, in una ventina di giorni, ci se la dovrebbe fare.
Saranno occupati così prima i reparti ai piani superiori, per finire con il trasferimento a pian terreno del pronto soccorso e della radiologia. Con una nuova casa, poi, si dovrà capire chi andrà ad abitarla: che sia un ospedale di base o di primo livello, infatti, ad oggi il problema più grande è quello del personale, carente, cronicamente carente. In attesa della nomina del nuovo manager per mettere tutte le caselle al loro posto, anche quelle rimaste vuote (come la stroke unit e la lungodegenza) e quelle che attendono di essere riempite.
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