Cinque candeline che non si sono mai accese: il parco fluviale Daolio “festeggia” oggi cinque mesi di chiusura al pubblico. Lo spumante lo offre l’amministrazione comunale, il conto lo pagano i cittadini. Che tra un atto di vandalismo, un albero abbattuto e una cacca di cavallo, di “regali” ne hanno avuti finora a bizzeffe.
Per rivederlo aperto, il parco Daolio, momentaneamente e provvisoriamente, bisognerà aspettare probabilmente i concerti di Mutagninjazz a metà agosto, non senza, prima, aver adempiuto alle prescrizioni della Asl per bonificare il parco prestato ad una stalla, come da intuizione geniale dell’assessore Mauro Tirimacco.
Questa settimana, promettono dagli uffici di palazzo San Francesco, sarà eseguita l’aratura del terreno, come appunto imposto dalla Asl a causa dei depositi di escrementi fatti dai cavalli in un mesetto: ad occuparsene sarà la ditta che si è aggiudicata l’appalto per la cura del verde in città, che non è chiaro perché non sia stata coinvolta prima per il taglio dell’erba, anziché trasformare il parco in un letamaio. Tanto più che l’erba i cavalli non l’hanno mangiata tutta, per cui oltre all’aratura del terreno sarà necessario comunque un intervento di giardinaggio vero e proprio.
Rattoppato il buco, la pezza sarà quindi sottoposta, sempre in settimana, ad un’ulteriore verifica da parte del servizio igiene della Asl che dovrà dare il via libera almeno sulla salubrità dell’area. Riparati i danni prodotti dalla genialata dei cavalli, sarà quindi la volta di provvedere a quelli fatti dai vandali: porte divelte, vetri e macchinari distrutti, che dovranno essere risistemati, anche questi a seguito di sopralluogo da fare in settimana da parte del servizio tecnico. Ci sono infine da riparare i danni ai quadri elettrici, motivo per il quale, a quanto sembra, il parco chiuse nel febbraio scorso. Al momento, però, non ci sono indicazioni da parte del Comune per eseguire lavori di questo genere, per cui bisognerà verificare tempi e competenze per fare in modo da riconsegnare una parvenza di struttura funzionante al festival jazz.
Spenti gli amplificatori, poi, tornerà il problema di sempre: la gestione dello spazio verde, la probabile, possibile, auspicata, esternalizzazione della gestione. Quella che per un motivo o per un altro non è stata mai fatta. Con i risultati sotto gli occhi di tutti. E negli ultimi mesi anche sotto il “naso”.
Se ricordo bene c’era un ragazzo che voleva prendere in gestione il tutto…..ma si andava contro i regolamenti e la burocrazia meglio la mer….., la puzza, lo squallore, lo spettacolo che la citta’ di Sulmona offre ai turisti.
Ricordo che in campagna elettore questa amministrazione disse siamo il nuovo che avanza…..dimenticandosi di dirci della puzza e dello squallore ecc….