A denunciarlo, alla fine, erano stati i genitori, non tanto perchè erano, almeno la madre, le vittime principali delle sue continue richieste di denaro, quanto perchè non sapevano più come porre un freno e un argine a quella che era diventata una vera e propria dipendenza: quella dalle slot machine.
Per i reati di maltrattamenti in famiglia e rapina, così, nei giorni scorsi è stato condannato ad un anno e sette mesi di reclusione (oltre a 400 euro di multa) Matteo Bonasia, 21 anni di Sulmona.
Il giovane tra il marzo e il settembre del 2016, appena maggiorenne, aveva cominciato a fare sempre più pressanti richieste di denaro, presentandosi nel negozio di parrucchiera della madre e prelevando, a volte con la violenza, i soldi che erano nel cassetto, fino a prendere a ceffoni la zia, che lavorava con la madre, per prenderle dalle tasche la somma di appena 8 euro.
“Una richiesta continua di denaro, 10, 20 o 50 euro, che bruciava nel giro di pochi minuti – hanno raccontato i testimoni durante il processo – entrava in negozio come stregato da un’impellenza incontrollabile. Per quanto abbiamo potuto lo abbiamo accontentato, ma poi ci siamo resi conto che andava a spenderli alle slot machine e che il suo era un problema”. Il ragazzo, ha raccontato il padre ai giudici, era arrivato a maturare debiti anche pesanti, fino a mille euro. “In qualche modo andava fermato”.
Di qui la denuncia e la condanna del giudice Daniele Sodani che ha riconosciuto al ragazzo, difeso dall’avvocato Romilda Ratiglia, tutte le attenuanti ed escluso le aggravanti.
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Avete fatto benissimo a mettere nome e cognome di questo ragazzo, ovviamente pericolosissimo per la società!
Spacciatori in anonimo mi raccomando eh?