Incentivi ai comunali, spunta la norma “salva furbetti”

Spunta la norma “salva furbetti” nel regolamento che stabilisce i criteri di assegnazione delle progressioni economiche orizzontali per i dipendenti del Comune di Sulmona. Il nuovo testo, approvato ieri nell’assemblea dei lavoratori, cambia quel tanto che basta le carte in tavola, quelle che erano state preparate alla fine del 2018 e sottoposte ai sindacati, per permettere ad una parte dei dipendenti raggiunti dai provvedimenti disciplinari di poter comunque accedere ai “premi” economici.

In particolare i nuovi criteri di accesso alle Peo (progressioni economiche orizzontali) che prima limitavano la possibilità del premio a chi avesse ricevuto più di un richiamo verbale, ora permetteranno di ottenere l’aumento salariale anche a chi ha ricevuto fino a quattro ore di sanzione disciplinare. Un tetto che non sembra essere casuale, visto che questo cambiamento in corsa permetterà teoricamente di accedere alle Peo ad almeno otto dipendenti in più, quei furbetti minori, insomma, che sono comunque rientrati tra quelli sanzionati dal segretario generale dopo l’infinita vicenda dell’assenteismo di palazzo San Francesco.

Per il resto l’assemblea di ieri, a dire il vero non troppo partecipata, ha dato il via libera alla distribuzione dei fondi del 2018, mentre per il 2019 la partita, come anticipato dal Germe, è ancora tutta da giocare.

I sindacati, seppur la discussione non sia stata ancora formalmente aperta con la delegazione trattante e quindi con il Comune, contestano soprattutto il reperimento dei soldi necessari all’istituzione delle posizioni organizzative (Apo) dal fondo decentrato per il personale, riducendolo di fatto di un terzo in quanto, come stabilito dalla giunta (ma i conti vanno fatti con i sindacati) ai dieci mini-dirigenti andranno 91mila euro sui 300mila circa che coprono gli incentivi, le Peo e gli straordinari di tutto il personale.

I sindacati, che non si dicono contrari alle Apo purché siano davvero necessarie e non mance clientelari, insistono perché i soldi siano reperiti dal bilancio e per questo che il consiglio comunale proceda ad un’apposita variazione. Non sono mancati momenti di tensione ieri in assemblea proprio durante la discussione sulle Apo, con un paio di papabili mini-dirigenti che hanno accusato i sindacati di non voler sbloccare le nomine. Nomine che, non è un segreto, hanno anche un valore politico, rientrando in qualche modo nel patto di governo fatto dalla nuova maggioranza Casini-Di Masci. Anche se, di questo passo, la nomina delle Apo rischia di arrivare dopo la prossima crisi politica.

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