Lite sugli incentivi, strada impervia per la riorganizzazione del Comune

Non è partita bene, proprio no, la trattativa tra Comune e sindacati per la distribuzione delle posizioni organizzative di palazzo San Francesco, atto considerato nodale non solo per una parvenza almeno di riorganizzazione della macchina amministrativa, ma anche per la tenuta degli equilibri politici della maggioranza Di Masci-Casini.

Ieri nel primo incontro con la Delegazione trattante, infatti, non si è andati oltre una durissima discussione, nella quale sono volate urla e contestazioni. E questo prima ancora di affrontare il fulcro del provvedimento che riguarda cioè l’assegnazione delle Apo e la loro consistenza economica.

I sindacati seduti al tavolo hanno dovuto prendere infatti atto che l’accordo che gli era stato sottoposto alla firma alla fine del 2018 per la distribuzione dei soldi sulle Peo (progressioni economiche orizzontali) o in alternativa sulla produttività non era stato alla fine firmato proprio dal Comune, tanto da richiedere il 3 giugno scorso un parere sulla possibilità di seguire una strada piuttosto che un’altra.

Ma la polpa del problema deve essere ancora affrontata, probabilmente a partire da oggi nel secondo incontro previsto, perché se la giunta comunale ha dato gli indirizzi sulle posizioni organizzative, prevedendone una decina, dall’altra ha indicato anche una cifra per coprire la spesa di circa 91mila euro che, però, non si sa bene dove dovrà essere presa. I sindacati sostengono che i soldi non possono essere presi dal fondo decentrato per il personale, perché quel fondo serve a coprire oltre agli straordinari e le reperibilità, anche gli incentivi e le progressioni economiche orizzontali e togliendo da questo cassetto un terzo di quanto c’è (in tutto circa 300mila euro) per il resto dei dipendenti resterebbe poco e niente. Sulle Apo ad oggi, infatti, ci sono circa 27mila euro e, secondo i sindacati, le altre70mila devono essere prese dal bilancio e non dal fondo dei dipendenti. Questo vuol dire che bisognerà fare una variazione di bilancio togliendo soldi da qualche altra parte, con tutti i tempi che ovviamente la procedura richiede.

Non solo: sembra che il Comune delle dieci posizioni organizzative che ha nprevisto di assegnare abbia in mente una divisione non proprio equa. Si parla di tre Apo da 16mila euro che da sole si mangerebbero oltre la metà del budget, lasciando agli altri sette mini-dirigenti le briciole. C’è anche chi, anzi, sta pensando di non presentare neanche più la domanda se questo dovesse essere l’andazzo: per poche migliaia di euro lorde l’anno in più, infatti, si dovrebbe caricare lavoro e responsabilità notevoli.

Insomma la strada per mettere un po’ d’ordine negli uffici di palazzo San Francesco è impervia, soprattutto se la giunta non troverà fondi alternativi e sufficienti per accontentare tutti, non solo i tre o dieci fortunati e meritevoli di una “piccola promozione”.

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