Una violenta reazione cutanea, rossa ed estesa sulla gamba: puntura d’insetto, dirà il referto del pronto soccorso di Sulmona, probabilmente infezione da mosca cavallina (stomoxys calcitrans), da curare con antistaminici e cortisone.
I cavalli nel parco fluviale Daolio non sono più solo un problema politico, né di puzza, ma rischiano di diventare, se non lo sono già diventati, un problema di igiene e incolumità pubblica. Tant’è che questa mattina l’avvocato Serafino Speranza, vittima qualche giorno fa di un attacco di uno sciame di questi insetti mentre portava a passeggio il cane, chiederà alla Asl di intervenire e di mettere nero su bianco se e su quali basi si può ritenere salubre e comunque non pericolosa la presenza di cavalli e soprattutto di quantità incontrollate di letame in pieno centro.
“Io ho avuto questa violenta reazione cutanea – spiega Speranza – ma penso alle persone più deboli, ai bambini, a quelli che hanno problemi di allergie. Sono stato punto lungo via Papa Giovanni XXIII, nel tratto che costeggia il parco fluviale. E’ evidente che la proliferazione di questi insetti è stata provocata dalla situazione igienica del parco, trasformato da quasi un mese in una stazzo”.
La mosca cavallina, infatti, è un tipo di insetto, un invertebrato dell’ordine dei Ditteri, che, chiamata anche mosca delle stalle, si nutre del sangue di mammiferi, preferibilmente equini e che nel letame di questi trova terreno fertile per deporre le sue uova.
Un insetto particolarmente aggressivo e anche pericoloso per i cani, la cui puntura può provocare dei veri e propri shock anafilattici.
“Mi chiedo come sia possibile che una città come Sulmona debba sopportare tutto questo – continua l’avvocato Speranza – perché a parte i cavalli, quello che lascia allibiti è la presenza persistente da settimane di quantità di letame nel parco che nessuno rimuove e bonifica. Vivere in questa zona è come vivere in una stalla, ma questo dovrebbe essere un centro abitato”.
Insomma l’esperimento dei cavalli che l’assessore Mauro Tirimacco si ostina a portare avanti nonostante le proteste, le minacce di crisi politica e i programmati concerti da tenere nell’area, rischia di compromettere per un periodo lungo, che segue a quattro mesi di chiusura, la fruibilità del parco stesso.
Perché poi, ad estate iniziata, la domanda principale è “cui prodest?” Cioè a chi giova tutto questo: perché se i cavalli al parco sono stati messi per rasare l’erba e rendere fruibile l’area, l’operazione non solo è fallita, ma ha provocato solo danni.
E così, stando alle parole di Tirimacco, sarà per ancora tutto il mese di luglio e oltre, quando liberati i cavalli bisognerà poi liberare il parco dai loro escrementi e dagli insetti che su di essi hanno creato colonie insalubri e pericolose.
e l’azieda che gestisce i rifiuti cosa fa? pensa a lustrarsi le proprie scarpe…. è tutto un magna magna….
La domanda in tutto questo é???? MA COME CAXXO GLI VIENE IN MENTE DI METTERE DEI CAVALLI AL PARCO.
Ma ora gli escrementi da chi saranno tolti?
bene,l’indicato amministratore, l’incapace del momento,nominato da politicialtroni inconcludenti,inefficienti,campioni di chiacchiere,annunci di favolose illusioni,naturalmente per popolino credulone,aveva pensato alla soluzione delle capre,si quella usata nei parchi delle grandi citta’,piu’ un’attrazione,che soluzione,ci pensano gli addetti alla cura del bene pubblico….poi qualche amico illusionista ha suggerito “cavallo”sicuramemte per poi eleggerlo rappresentante del popolo,volendo “nominarlo” assessore…senatore no, nell’antica Roma contavano solo i meriti,Incitatus non aveva “competenze specifiche”, aveva partecipato ai giochi circensi,nulla di piu’, Caligola pensando di essere una divinita’….il signore insieme alla corte di nani e ballerine(espressione di un acuto amministratore) pensano ai ritorni particolari,forse quelli dei contratti ad affidamento diretto,degli immobili per le scuole,la pulizia dei pozzetti,lo smaltimento dei rifiuti speciali ,il nolleggio di attrezzature/
superutensili speciali,comunque solo aziende famigliari ,di figli,figliastri
,amici di merenda…ed anche quelli della vanita’,visibilita’,o no?
Certo mettere dei cavalli nel parco Daolio è stata una idea,che oserei definire delirante. A che fare? A brucare l’erba? Anche la Raggi, l’ineffabile sindaco di Roma decadente, dalla decrescita infelice,ebbe l’idea di mettere delle pecore nelle ville comunali, devastate dall’incuria ed infestate dalle erbe di ogni genere.Per fortuna non se ne fece nulla. Dove sono i cavalli in libertà, spesso dopo il pascolo, si riuniscono producendo letame ed attirando una moltitudine di insetti, specie la mosca cavallina,dalla puntura orticante e molto famelica nel succhiare sangue. E’ un tafano detto dagli inglesi “horse-fly”, ossia “mosche dei cavalli”. Dalla foto,sembrano dei cavalli pensionati e più che cavalli dei veri ronzinanti, come quello del Don Chisciotte. Il comune, che ce li ha portati, dovrebbe sbrigarsi a toglierli e portarli in una stalla,dove possono essere governati nel rispetto delle norme. Stare là allo stato brado fanno solo danni. Ed ad accudire il parco e tagliare le erbe,è meglio che ci vada chi di dovere. E che si diano una mossa,ASL compresa.