Saranno quaranta le tonnellate che fino al 31 ottobre almeno arriveranno ogni giorno a Noce Mattei dall’area del vastese, ma si tratta di una quantità del tutto indicativa, perché molto dipenderà dalla quantità dei rifiuti che saranno prodotti nel territorio di riferimento che comprende sessanta Comuni, alcuni dei quali grandi e soprattutto turisticamente molto attrattivi. Da Francavilla ad Ortona, passando per Vasto, insomma, la monnezza che verrà prodotta questa estate è potenzialmente molto di più di quella che il Cogesa e gli altri due impianti regionali (quello di Lanciano di Ecoland e quello, privato, di Deco a Chieti) individuati per soccorrere alla chiusura giudiziaria dell’impianto di Cupello, si sono detti disposti ad ospitare.
Tant’è che, in realtà, la quantità che la Regione ha previsto, anche in deroga all’Aia (autorizzazione integrata ambientale) per il Cogesa è il doppio del previsto: secondo l’ordinanza firmata da Marco Marsilio l’altro giorno, infatti, a Sulmona potrebbero arrivare ben 80 tonnellate al giorno di rifiuti, di cui la metà non stabilizzati, ovvero rifiuti speciali non pericolosi per i quali il Cogesa non ha neanche l’autorizzazione al trattamento, tanto da dover essere necessaria, nella stessa ordinanza, l’indicazione di una deroga all’Aia stessa.
Non solo: sempre in deroga al regolamento Cogesa, i rifiuti saranno sotterrati nella discarica di Noce Mattei, dove al contrario gli accordi nella società pubblica prevedono il conferimento solo dei Comuni soci. I rifiuti, insomma, al contrario di quanto accaduto per quelli di Roma, resteranno sul nostro territorio, sotto il naso già saturo dei residenti della frazione Marane e non solo.
A conti fatti per quattro mesi dovrebbero arrivare in città circa 5mila tonnellate di rifiuti, che nelle autorizzazioni previste potrebbero essere appunto il doppio. Ovvero di più di quelli che lo scorso anno (9mila tonnellate) vennero autorizzati e ospitati, non senza polemiche, da Roma, rifiuti che comunque una volta trattati furono spediti in discariche fuori regione.
Ma non è tutto: nella stessa ordinanza si chiarisce che il termine del 31 ottobre non è perentorio e che anzi è possibile una proroga del conferimento fino a due anni (dipenderà molto dalla magistratura che ha sequestrato l’impianto di Cupello). Insomma una montagna di rifiuti sta per essere catapultata in Valle Peligna e non ci sarebbe neanche troppo da scandalizzarsi in considerazione della necessaria solidarietà tra territori.
Ma quel che colpisce è che questa decisione sia piovuta sulla testa di cittadini e amministratori senza che nessuno ne sapesse niente: Marsilio, così come fece D’Alfonso lo scorso anno per i rifiuti di Roma e per i fanghi di Pescara, ha imposto cioè al territorio di aprire la sua discarica senza neanche avvertire.
Nulla sapevano i sindaci e nulla sapeva persino Mario Ciampaglione, rappresentante del territorio in seno all’Agir, l’agenzia regionale costituita lo scorso anno e grazie alla quale, oggi, non sono più necessarie neanche le autorizzazioni al trasporto dei rifiuti in giro per la regione.
Nulla sapevano neanche i politici di area di centrodestra che alla notizia del “regalino” sono rimasti alquanto contrariati. Non è una questione di egoismo, quanto di rispetto. Perché non si può scambiare la solidarietà con la servitù, la Valle Peligna per una discarica sempre aperta.
bene,il popolino credulone tace,anzi i sudditi del borgo applaudono felici e festanti,l’amministratore,che, racconta favolose storie di utili….di che ? Cittadini consapevoli non avrebbero accettato il regalo,respinto,rimandato al mittente,o no?
ma possibile che a sulmona nessuno si ribella a questa schifosa gestione? pizzola dove sei? non è possibile pensare solo alla SNAM, inquina più l’organico putrefatto che un gasdotto!!!