I dimasciani rivedono la loro posizione nei confronti della fine anticipata della consiliatura e gli ex compagni di partito del Pd si chiedono se a parlare sono gli stessi “transfughi” che fino a qualche giorno fa avevano promesso di dimettersi , convocare assemblee, mandare a casa la sindaca a dicembre 2019.
La motivazione data dai tre consiglieri dimasciani sarebbe quella del “bene” della città, argomento definito dal Pd di Sulmona “strumentale”, riesumato ogni volta che la situazione diventa politicamente grottesca e che passerebbe attraverso la risoluzione dei problemi relativi alla “sanità, scuole e riorganizzazione dei vari settori e servizi del Comune, comprese le posizioni organizzative dei funzionari”.
“Tali affermazioni – scrive il Pd – condivise da tutta una maggioranza quanto mai stravagante ed inconcludente, incollata alle poltrone perlopiù per soddisfare obiettivi che poco hanno a che vedere con il bene della città ma che potrebbero trarre in inganno qualcuno se non fossero contraddette da fatti al limite del misfatto”. Poi il circolo cittadino dei Democratici si lascia andare ad una serie di sottili allusioni come: gli incarichi dati a società i cui amministratori sono figli di consiglieri comunali; mogli di assessori che partecipano a concorsi indetti dal comune; assessori indagati per fatti compiuti nell’esercizio delle loro funzioni; assessori soci di consorzi morosi nei confronti del Comune.
“Queste ed altre- concludono i Dem – sono a nostro parere le motivazioni che inducono a ritenere che questa maggioranza si ostini a restare in sella, con tutte le conseguenze negative del caso, principalmente per il perseguimento di interessi di bottega di pochi. Nulla a che vedere quindi con il bene della città, che dal perdurare di questa stravagante anomalia politica sta subendo solo danni, quando invece meriterebbe di essere finalmente liberata con le dimissioni più volte presentate dalla sindaca e mai mantenute”.
S.M.
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