Trabocchi e travocchi

Nella legge approvata oggi in consiglio regionale hanno messo nero su bianco anche la differenziazione terminologica: “travocco” per quelli di Pescara e “trabocco” per quelli della costa teatina. E d’altronde per un litorale che non può vantare grandi opere d’arte dal passato, quelle “zattere” sul mare sono un’icona e un simbolo identitario. Anche se poi a ben guardare, del rifugio per pescatori, oggi, è rimasto ben poco, con trabocchi che sono diventati dei veri e propri ristoranti sul mare, spesso grazie ad abusi che hanno portato alcuni di questi ad estendere la pertinenza ricettiva fino a quasi 400 metri quadrati.

Opere che secondo la nuova legge approvata oggi all’Emiciclo dovranno in parte essere abbattute: la normativa infatti prevede ora che le strutture cantate da D’Annunzio, non possono essere superiori ai 160 metri quadrati per la ristorazione, oltre 50 metri quadrati per le cucine.  Il che penalizza i più grandi, ma apre possibilità ai più piccoli, anche se, nella stessa legge, si fa divieto di “modificare le caratteristiche costruttive originarie”. Una contraddizione in termini, sia nel caso di riduzione che di ampliamento, che l’assessore Nicola Campitelli giustifica con “la natura non permanente dei trabocchi – spiega – perché questi cambiano forma ad ogni mareggiata”.

Il rischio che si resti nella solita giungla normativa è nella consapevolezza dello stesso consiglio regionale che ha annunciato un testo unico in materia.

La direzione è comunque quella di permettere, previe autorizzazioni comunali, l’attività di ristorazione nelle strutture, a patto che siano rispettati i parametri imposti, che non si ospitino più di 60 persone (incluso il personale) e che contestualmente si svolgano anche attività di promozione turistica e didattica, ospitando gite scolastiche (con un’apertura imposta di 12 ore mensili anche nel periodo fuori stagione) e “simulando almeno una volta al giorno nel corso dell’attività di ristorazione, l’antico metodo di pesca”.

Sono oggi 33 i trabocchi sparsi sul litorale abruzzese (dal teatino, al pescarese, fino ai caliscendi di Giulianova), circa la metà dei quali adibiti ad attività di ristorazione e almeno 3 con superfici superiori a quelle che oggi la legge regionale ha imposto.

2 Commenti su "Trabocchi e travocchi"

  1. I problemi della Regione Abruzzo, si dice TRABOCCHI o TRAVOCCHI. no comment

  2. Bene ,le palafitte,macchine da pesca, sono presenti in tutto l’adriatico,(Mondo intero)
    maggiormente in abruzzo,molise(travocco),puglia, e basso tirreno…nel parco naz.del gargano,le antiche macchine(non le copie) sono tutelate…i caliscendi di giulianova sono stati “valorizzati” a promotori turistici…le false strtture,copie,imitazioni,molte abusive,
    ristoranti/bar/lidi,vengono usati come attrattori turistici…
    i turisti non sono idioti,e non credono alle magiche storie dei rifugi,macchine da pesca (siamo ultimi per presenze turistiche)…quindi? i politicialtroniladroni non avendo soluzioni ai problemi,criticita’ richieste,aspettative,speranze dei Cittadini hanno pensato alle illusioni…”simulare” l’antico metodo di pesca…non l’antica macchina/costruzione,per la quale un turista potrebbe essere motivato…l’autenticita’ di che?
    Incapaci,incompetenti amministratori del nulla,o no?

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