Circa il riconoscimento dell’area interna Gran Sasso-Valle Subequana arrivano le considerazioni della Spi Cgil peligna che, tramite il segretario Enio Mastrangioli, parla di un risultato frutto del tempo.
“Per chiarezza – sottolinea – occorre dire che tale risultato ha origini ben lontane nel tempo, frutto di un percorso caratterizzato da numerosi confronti condotti dalla Giunta Regionale precedente con il Comitato Nazionale Aree Interne e con alcuni territori interessati, la cui conclusione la si può ritrovare nella Delibera di Giunta Regionale n. 290 del 14 aprile del 2015”. Era allora, insomma, che qualcosa si doveva fare, cioè quando vennero individuate tutte le aree abruzzesi parte del progetto.
“Con l’assurdo, per Sulmona – aggiunge-, che quando aveva l’Ospedale di I° livello era considerato Polo e i Comuni limitrofi ‘Cintura’, con il declassamento dello stesso a II livello siamo diventati Area Interna, ma ‘Intermedia’ e con il risultato: fuori da ogni programmazione per l’utilizzo dei Fondi Nazionali ed Europei e peggioramento della qualità e quantità dei servizi sanitari.
Strategie frammentarie che per il sindacato meritano una visione più complessiva, integrata e omogenea.
“Occorre necessariamente ridefinire gli ambiti e le aree, chiamiamole come vogliamo, sulle quali avviare un percorso unitario di progettazione e programmazione che tenga insieme e valorizzi tutte le peculiarità e particolarità esistenti, che elimini i punti di debolezza e sviluppi i punti di forza attualmente esistenti, con l’obiettivo di migliorare l’offerta formativa, i servizi sanitari, la mobilità, l’occupazione” prosegue Mastrangioli guardando già alla prossima infornata di fondi europei 2021-2027.
“Prioritaria e urgente sfida è quella di lavorare per favorire forme appropriate di gestioni associate di funzioni e servizi, collaborazioni, progettualità tra i Comuni della zona, poiché l’aggregazione, l’abitudine a lavorare insieme è una vera e propria ‘condizionalità’”. Peccato che sulla grande municipalità proposta è deliberata a Popoli ci sia il disinteresse più totale da parte degli altri amministratori.
La Spi sostiene di lavorare a favore di questa progettualità.
Bella cosa, un progetto regionale fatto per marginalizzare ancor di più Sulmona e Valle Peligna e fare dell’L’Aquila una città ancora più grande.
Nel testo ravvedo le stesse richieste fatte nella lettera di dimissione dal PD del lontano marzo 2015 (penultimo capoverso), segno che nulla è stato fatto finora, e mi ripeto, se non il prosieguo dell’affondo della città e della vallata e lo stato di fatto ce lo conferma.