Prima la buona, di notizia: a luglio, dal primo di luglio, con molta probabilità i bambini dell’asilo nido Isola Felice potranno rientrare nella loro sede di via Badia. Dopo quasi un anno di purgatorio nei locali del nucleo industriale, infatti, i lavori di messa in sicurezza dello stabile sembrano quasi conclusi. In realtà manca qualche rifinitura: la tinteggiatura delle pareti, la sistemazione di alcuni pezzi di parquet e la bonifica del giardino e dell’area verde, che è poi il motivo principale per il quale era scattato l’allarme tra genitori ed operatori in vista dell’estate e degli annessi campi estivi. Senza uno spazio esterno (che manca al nucleo industriale), infatti, il servizio rischiava di essere interrotto, con gravi disagi per le famiglie e non solo quelle con i figli più piccoli, perché ai campi estivi dell’Isola Felice vanno anche i bambini più grandi delle materne. Il Comune ha recuperato le cifre necessarie per ultimare l’impresa, che all’inizio doveva durare solo qualche mese: circa 35mila euro (11mila dal ribasso e altri 25mila da un fondo regionale) necessari per consegnare chiavi in mano la struttura il prossimo primo luglio alla cooperativa Nos che gestisce il servizio.
Non possono invece essere così ottimisti gli studenti della Capograssi. La notizia, quella brutta, è infatti che a due settimane dall’apertura delle buste per l’offerta di locazione di un immobile destinato ad ospitare gli alunni nel periodo necessario per realizzare la messa in sicurezza della scuola di via Dalmazia, non è stata ancora neanche formata la commissione che dovrà vagliare le due offerte presentate (quella della Sant’Antonio in via Mazzini e quella del Cogesa a Sviluppo Italia).
“Non ce ne stiamo occupando” è la risposta laconica del dirigente del quarto settore Amedeo D’Eramo che la commissione dovrebbe presiederla. Il che rende oggettivamente difficile l’avvio dei lavori entro la metà di giugno, come era stato solennemente promesso in consiglio comunale dal sindaco e dall’assessore ai Lavori Pubblici.
In tre settimane sarà impossibile, infatti, definire la sede temporanea; tanto più che ognuna delle due sedi proposte presenta criticità: la Sant’Antonio che è in trattativa aperta con la Provincia per ospitare negli stessi spazi gli studenti dell’Itcg (e da quanto si è capito la proprietà darà lo spazio a chi prima firma il contratto) e il Cogesa che a Sviluppo Italia deve attrezzare logisticamente gli spazi, fare le aule e attrezzarle, ma soprattutto ottenere il cambio di destinazione d’uso e il calcolo sull’indice di vulnerabilità che non esiste.
Fermo restando che per iniziare i lavori a metà giugno, come annunciato, sarà necessario prima fare il trasloco di mobili e attrezzature della Capograssi, senza sapere ancora dove sistemarli.
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