Striscioni-mania, all’origine fu Sulmona. Intervista a Teresa Nannarone

Teresa Nannarone, oggi impazzano gli striscioni anti Salvini in tutta Europa. Ma la prima è stata lei, con quella frase di Ovidio srotolata dal balcone del suo studio durante il comizio in piazza XX settembre. Per una volta Sulmona può vantare un primato

Sono contentissima che al mio striscione ne siano seguiti migliaia in tutta Italia e in Europa. Ricevo ancora tantissime manifestazioni e ringraziamenti da chi si ricorda che il primo sdegno nei confronti di un ministro che fa campagna elettorale con i nostri soldi, inondando le piazze con parole irripetibili, è venuto da Sulmona. Dallo stesso gruppo delle sentinelle di Milano che ha organizzato questa protesta di migliaia di striscioni contro Salvini sono arrivati ringraziamenti. Da Sulmona è partita una protesta civile a cui inaspettatamente se ne sono aggiunte migliaia simili e questo ci serva sempre per ricordarci che la nostra è una città colta, è la città di Ovidio e di Celestino V, che ha dato la cittadinanza a Santa Teresa di Calcutta. La città del diritto perché è la città di Capograssi. Anche da qui possiamo far sentire una voce a livello nazionale manifestando pacificamente il nostro pensiero senza paura.

Ci racconta come è andata quel giorno, non aveva paura della Digos?

Non avevo paura della Digos, perché credo fermamente che l’Italia sia ancora uno Stato di diritto in cui le libertà dei cittadini non possono essere violate. Però ho intuito che avrei dovuto far sì che lo striscione non venisse rimosso. Sono stata in parte fortunata: ho fatto in modo di proteggere lo striscione portandolo allo studio già il giorno prima perché avevo timore che il giorno della manifestazione avrei potuto subire dei controlli, e d’altronde le forze dell’ordine avevano chiuso il centro alle auto dei residenti  dalle otto del mattino. Alle tre del pomeriggio ero già chiusa nel mio studio cercando di capire cosa accadesse nella piazza. Indubbiamente nel vedere un assetto “cileno” da parte della polizia e da parte delle persone della squadra di Matteo Salvini che hanno allestito la piazza, ho capito che per la prima volta in Italia stava accadendo qualcosa di strano. Però io sapevo di non offendere nessuno, di non diffamare nessuno e quindi no, non ho avuto paura della Digos. Inoltre non avanedo il palazzo i citofoni, sapevo che per loro era impossibile entrare, perché non sapevano nemmeno dove suonare e in effetti così è stato, anche se più persone mi hanno riferito di essere state fermate ed è stato chiesto loro chi vivesse in quell’immobile. Ho aspettato più di tre ore, dalle 15 alle 18,20, momento in cui Salvini è arrivato con l’auto proprio sotto il portone del mio studio e ho srotolato lo striscione sulla sua testa.

Le reazioni al suo gesto sono state violente, secondo un copione di incitamento allo stupro e all’odio che ormai conosciamo bene. Come è andata a finire e cosa ha provato in quei momenti?

Ho sporto denuncia ma i tempi per le indagini sono pari a sei mesi peraltro prorogabili. Confidiamo che la magistratura inquirente, in questo caso la procura di Pescara, faccia il suo corso individuando i responsabili e rinviandoli a giudizio. Non ho provato né paura, né altro: ormai l’Italia è impazzita e fomentata da leader senza  spessore e con scarso senso delle istituzioni, chiunque si alza dice ciò che vuole, o lo scrive sui social, se ci spaventiamo avranno vinto loro. Mi ha colpito molto più il fatto che molta gente si sia complimentata per il mio coraggio quando in realtà era un gesto normale in un Paese libero. Dissentire era doveroso: nel giorno della memoria nella piazza di Ovidio, nella città di Sulmona, e quindi della Brigata Majella, del Campo 78 e di tutto quello che la nostra città rappresenta nella lotta per la liberazione dalla dittatura nazifascista, evitando così che Salvini parlasse con i termini duri e sprezzanti senza reazioni, in una città che ha tutt’altra storia e tutt’altra cultura.

Che ne pensa di questa deriva?

Penso che sia frutto dell’egoismo delle classi dirigenti dei partiti tradizionali che hanno governato prima di loro, egoismi di chi ha voluto replicare se stesso all’infinito o voluto pensare solo alla propria carriera politica non rendendosi conto che intorno c’era il disastro.  Comunque non si era mai arrivati ad una deriva come questa che delegittima le istituzioni addirittura utilizzando la religione e invocando l’Immacolata. Una deriva culturale prima ancora che politica. Credo che le persone per bene non debbano perdere la testa e avere molto chiaro quello che sta succedendo per poter reagire, perché non è un problema di ideologie ma di accaparramento di potere per il potere, si cerca il consenso strillando più forte e dicendo la cosa più grossa, questo non c’entra nulla con la democrazia e soprattutto mi sembra che i problemi del Paese siano aumentati, non siano diminuiti.

Come le è venuto in mente di stendere quello striscione? E cosa scriverci

Quando ho saputo che Salvini sarebbe venuto a Sulmona, non ho pensato nemmeno per un attimo di tacere. Dovevo esprimere dissenso, dire qualcosa di diverso, erano i giorni della Sea Watch, di 49 persone in mare, ed era soprattutto il giorno della memoria. Dovevo assolutamente dire qualcosa, senza compromettermi e senza creare disordini in piazza.
Mi è venuto subito in mente Ovidio. Mi ricordavo di Filemone e Bauci e delle Metamorfosi, e di Ovidio che fa dire a Zeus che è empio colui che che non accoglie lo straniero e glielo fa dire perché discute con il figlio Ermes se ci sia ancora o no speranza sulla terra. E quindi scommettono e cercano accoglienza sulla terra, fino a quando non trovano una coppia di anziani che è disposta ad ospitarli travestiti da mendicanti e da tutti rifiutati. Un mito che calzava perfettamente con quanto stava accadendo: non si possono lasciare le persone in mare, non si possono rifiutare i soccorsi. Il problema di come collocare i migranti esiste, ma è un problema che va affrontato dopo, nel frattempo si salvano vite umane e si prestano soccorsi, anche perché questo prevedono le leggi. Mi sembrava giusto ricordare che nella città di Sulmona si vive e ci si spende in un altro modo, si accoglie, si solidarizza, d’altronde è quello che abbiamo fatto in tanti quando sono arrivati i primi migranti a cui abbiamo cercato di dare sostegno. Nella piazza di Ovidio nella giornata della memoria, non si poteva squalificare Sulmona con messaggi razzisti, fastidiosi, violenti, aggressivi, quali quelli che Salvini usa portare in giro con un dispiego notevole di forze dell’ordine pagate con i soldi nostri.

Lei è anche un avvocato, non le sembra che la rimozione degli striscioni, effettuati spesso da forze dell’ordine e non, sia una violazione dei diritti costituzionalmente garantiti in difesa della libertà di espressione?

La rimozione degli striscioni è un abuso, il problema dell’affissione è un problema di tipo amministrativo. Dove non c’è uno striscione che incita alla violenza o che sia gravemente lesivo della reputazione di chi che sia, non può andare nessuno a toglierlo, né qualcuno può entrare in casa se non è autorizzato da leggi speciali o da specifico mandato. Il domicilio è inviolabile, è come la libertà di espressione: è garantito dalla Costituzione. Ma credo che ora ci sia un rovesciamento della situazione perché fanno più rumore gli striscioni che Salvini stesso, quindi nel troppo pensare a reprimere la libertà di espressione hanno perso la testa e il controllo. Personalmente spero che perdano anche i consensi perché non è tollerabile che in un Paese come l’Italia che vanta una delle Costituzioni più apprezzate al mondo, si pensi di tornare indietro e sopprimere quelle libertà o comunque di metterle in discussione.

Dei tanti striscioni apparsi, quale è stato il migliore, quello che l’ha fatta più ridere?

Sicuramente quello fatto a Napoli sul significato del nunero 71 nella Smorfia, è stato quello più esilarante, i napoletani sono fantastici per genio e creatività. Ma anche l’abbinamento con Zorro è simpatico. Mi ha colpito moltissimo quello posizionato dalle suore di clausura di San Benedetto del Tronto che riporta un passo importante del Vangelo: “Lo avete fatto a me”. Le suore di clausura che notoriamente non mostrano il loro viso hanno sentito il bisogno di affiggere uno striscione insieme al crocifisso per ricordare le parole di Gesù, perché la violazione dei diritti umani non può essere da nessuno né tollerata né giustificata.

Una risata vi seppellirà, diceva Bakunin. L’ironia è sufficiente?

L’ironia non è sufficiente, la può utilizzare il singolo cittadino che non ha a disposizione altro se non scampoli di tempo perché a differenza di Salvini deve lavorare. Chi ricopre ruoli nelle istituzioni o chi dirige partiti deve prendere posizioni ferme contro questa deriva rozza, grezza, inutile, fastidiosa che ci ridicolizza rispetto all’Europa e al mondo intero, e che soprattutto non risolve i problemi dei cittadini. La protesta ha dimostrato che c’è un vuoto, in particolare nel centrosinistra, che deve essere riempito: perciò facciamo bene noi cittadini a fare resistenza, ma non lo possiamo fare solo noi, lo devono fare tutti gli amministratori e i partiti rimasti. Lo deve fare il centrosinistra, ma lo deve fare anche il Movimento 5 Stelle perché alla campagna dell’odio e alla disumanizzazione bisogna mettere un argine. Ne va della nostra democrazia e delle nostre libertà conquistate con il sangue di chi ci ha preceduto.

4 Commenti su "Striscioni-mania, all’origine fu Sulmona. Intervista a Teresa Nannarone"

  1. Ma chi l’ha detto che è stata lei la prima? avete dimenticato quando nel 2016 a Prato fu esposto uno striscione contro Renzi in occasione della visita dell’allora premier in città?????

  2. E’ una fake news.
    Nessun primato per la Nannarone.
    Di manifesti anti Salvini ne è piena l’italia da quanto è in carriera politica.
    Se anche mettiamo il paletto della nomina a premier, tanto per citarne uno (dei tanti) pre Nannarone eccone un esempio del 24.10.2018 a Firenze -> https://bit.ly/2HGRWQy .

  3. Annibale Torelli | 23 Maggio 2019 at 09:48 | Rispondi

    Il suo manifesto è stato veramente geniale.
    Ha fatto parlare Ovidio, che duemila anni fa considerava l’ospitalità un valore. E considerava empi tipi come Salvini. I Salvini sono sempre esistiti, come il male, la cattiveria.
    La grande civiltà precristiana accoglieva lo straniero.

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