In Aula, per il momento, probabilmente non arriveranno, perché i due emendamenti al Decreto sblocca cantieri depositati da Forza Italia e Fratelli d’Italia per la salvaguardia dei tribunali minori abruzzesi sono verosimilmente inammissibili, come aveva già scritto Il Germe. La commissione si riunirà a partire da martedì prossimo, ma la strada sembra essere tracciata, tant’è che la senatrice Gabriella Di Girolamo ha rinunciato a presentare quello dei 5 Stelle, preferendo un ordine del giorno, nella speranza di proporre l’emendamento salva tribunali nel corso della conversione del Decreto crescita.
Le manovre di “riparazione” sono già partite per mettere insieme un’idea organica e una strategia sostenibile, con il coinvolgimento dell’ordine forense e del tribunale di piazza Capograssi, ma quello che serve è soprattutto la volontà politica e il tempo sufficiente a questo governo di dare seguito agli annunci fatti dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede nel corso della sua visita a Sulmona a febbraio scorso. Una riforma della riforma, insomma, per definire in un quadro più complessivo la nuova geografia giudiziaria del Paese, che tenga conto della prossimità e dell’accesso alla giustizia anche per i cittadini che risiedono in zone disagiate come il Centro Abruzzo.
Tornando ai due emendamenti depositati al Decreto sblocca cantieri, e annunciati da qualcuno come la panacea e la soluzione finale, l’inammissibilità sarebbe in realtà duplice: da una parte la non attinenza con la materia trattata, dall’altra la mancanza di una copertura economica seppur “nascosta” da un fantasioso abbattimento dei costi vivi di gestione delle strutture che sarebbero in capo ai Comuni e alla Regione.
Ma soprattutto a pesare sulla possibilità di inserire le “correzioni” al Decreto sblocca cantieri, è la mole di emendamenti già presentati: milleduecento in tutto che potrebbero portare molto probabilmente il governo a blindare il Decreto stesso per impedire che si trasformi in una sorta di mille proroghe.
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