Zero in condotta

 

 

Altro che liceali, neanche i bambini dell’asilo avrebbero potuto fare più capricci. In una paradossale gara a chi ce l’ha più grosso, l’ego: Comune, progettista e Genio civile si azzuffano con carte bollate e parole pesanti. Intanto il liceo classico, la sede di piazza XX settembre, continua a degradare sotto gli occhi attoniti della città e, soprattutto, continua a restare chiuso. Dieci anni chiuso. L’ultimo episodio della telenovela horror è quella che ha visto lunedì scorso il Comune di Sulmona dare un vero e proprio ultimatum al progettista: venti giorni per consegnare gli elaborati progettuali necessari all’ottenimento dell’autorizzazione sismica che il Genio civile, ormai da tre anni, si rifiuta di dare perché quei calcoli a suo parere non sono corretti. E invece di trovare una soluzione, una via d’uscita, le parti si sono avvitate per tutto questo tempo in liti e contro liti. Con il Comune che, ora, se non rispetterà il diktat, annuncia “la risoluzione del contratto per grave inadempienza” al progettista ed una possibile causa all’orizzonte, oltre che un cambio di guardia che comporterà inevitabilmente la perdita di ulteriore tempo. Chissà quanto ancora. Un caso, si dirà, una congiuntura sfavorevole, la sfortuna di incappare in caratteri difficili. Ma che: la gestione dell’edilizia scolastica, quella per cui un anno e mezzo fa si era annunciato un ufficio dedicato (e mai formato), è una costante di fallimenti. Neanche un cantiere partito con 21 milioni di euro in cassa. Non partono, non ancora, i lavori sulle Masciangioli, prigionieri, ora, dell’ovvio: una richiesta di riserve che la ditta ha fatto dopo tre anni dall’affidamento del lavoro per i prezzi evidentemente aumentati. Le Capograssi ostaggio di una sede alternativa senza la quale certo i lavori non potranno partire a giugno come annunciato, e così anche per le Serafini, la Lola Dei Stefano. E ancora la Lombardo-Radice, destinata all’abbattimento e alla ricostruzione, ora, dopo quasi due anni dall’inizio dei lavori che dovevano durare tre mesi e per la quale, ad oggi, non si vede ancora una carta sul tavolo. Eppure le scuole erano e dovevano essere la priorità assoluta: lo aveva messo nero su bianco la giunta come obiettivo agli uffici, lo chiede la città da troppo tempo ad una classe dirigente che si azzuffa e non studia. Bocciata e da bocciare, anno dopo anno.

Commenta per primo! "Zero in condotta"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*