Sarà il primo vero banco di prova della nuova maggioranza: la nomina del dirigente a tempo del terzo settore, quello che il consigliere Fabio Ranalli aveva chiesto di sospendere in attesa di un parere legale e chiedendo comunque di prediligere la scelta di un interno, non può più essere procrastinata.
Lo ha deciso il sindaco Annamaria Casini che ha annunciato come nel giro di qualche giorno si determinerà nella scelta tra i due rimasti in lizza: Andrea De Simone proveniente dal Comune di Lanciano e Gianfranco Niccolò ingegnere in forza attualmente a Montesilvano. “Valuterò bene i curricula e i colloqui avuti con i candidati selezionati dalla commissione – ha detto la Casini – e compatibilmente con le loro disponibilità, conto di affidare l’incarico fiduciario a strettissimo giro”.
Oltre, d’altronde, non si può attendere: il terzo settore è ormai sguarnito di una dirigenza dall’inizio di gennaio scorso e del funzionario da marzo. Non solo: tra qualche giorno, entro fine mese, ma bisogna considerare il recupero delle ferie, andrà in quiescenza il dirigente del quarto settore Amedeo D’Eramo e, nei fatti, a palazzo San Francesco resterà in forze un solo dirigente (quello al Bilancio). Né, ha spiegato il segretario comunale al sindaco qualche giorno fa, le funzioni e le firme sostitutive del terzo settore saranno più accollate al segretario. Insomma la macchina amministrativa, che già di per sé funziona poco e che, nonostante gli annunci, non è stata mai riorganizzata, così non può proprio andare avanti.
La nomina del dirigente a tempo, però, è destinata ad aprire un duro scontro nella nuova maggioranza Casini-Di Masci, perché quest’ultimo aveva puntato molto su un funzionario interno da promuovere per un anno a dirigente. E su questo, sembra, che le pressioni siano state notevoli da parte del gruppo Pd oggi commissariato, sia per le vie informali, sia ufficialmente, con la famosa lettera cioè con cui Ranalli ha chiesto di fermare le bocce.
La Casini, però, va avanti e senza chiedere alcun parere legale: secondo la struttura, segretario compreso, infatti, le minacce di ricorso alla nomina, perché alla selezione orale non sono stati ammessi gli interni perché senza esperienza dirigenziale (contrariamente da quanto consentiva invece l’avviso pubblico), non hanno alcun fondamento giuridico, essendo comunque la nomina del dirigente ex articolo 110 una nomina che spetta solo al sindaco e che non è frutto di un concorso pubblico (l’avviso non è un concorso).
La situazione dell’organizzazione degli uffici, però, è destinata ad andare oltre la vicenda del terzo settore: c’è ad esempio da chiarire chi sarà il responsabile della polizia locale. Il 20 maggio, infatti, scadrà l’incarico temporaneo affidato al maggiore Leonardo Mercurio in sostituzione del pensionato Antonio Litigante e i consiglieri, tra cui proprio Ranalli che ha proposto un’interrogazione discussa sabato scorso in consiglio con la maggioranza di fatto assente, è pronta a contestare eventuali rinnovi (che non potranno andare comunque oltre i sei mesi) o nomine non consentite. Nelle interrogazioni fatte da Ranalli, Bianchi e Tirabassi, sabato scorso si è contestata infatti la nomina a comandante, nonché la promozione in grado da capitano a maggiore di Mercurio. E la risposta articolata fatta dall’assessore Luigi Biagi non ha convinto gli interroganti, ma soprattutto non ha sciolto il nodo più importante: come intende cioè il Comune superare il problema della dirigenza della polizia, che deve essere comunque affidata ad un poliziotto. Nel Piano assunzionale approvato con il bilancio, infatti, non è prevista questa figura.
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