Matrimonio dietro le sbarre per il killer della camorrra

La prima notte di nozze non andrà proprio come uno se la immagina: lui in una cella di via Lamaccio, lei nella sua abitazione nel casertano. E, d’altronde, prima che i novelli sposi possano consumare la luna di miele ci vorrà un po’ di tempo. Sulla carta una vita, perché la pena che dovrà scontare Carmine Morelli, 41 anni proprio oggi, è quella che non reca data di scadenza. Camorrista affiliato al clan dei Casalesi, Morelli è stato infatti condannato a più ergastoli essendo stato riconosciuto come l’esecutore materiale del triplice omicidio avvenuto nel maggio del 2009 di tre rivali (Francesco Buonanno, Giovanni Battista Papa e Modestino Minutolo). Killer fidato di Nicola Schiavone, figlio di Francesco detto Sandokan, Morelli era stato arrestato nel marzo del 2011 a Santa Maria Capua Vetere e, dopo diverse tappe, trasferito nel carcere di via Lamaccio a Sulmona dove sta scontando la sua pena.
E’ qui che oggi lo spietato killer della camorra ha deciso di sposarsi, con una cerimonia dietro le sbarre a cui hanno partecipato due testimoni (il fratello e la nipote) e le due figlie di 21 e 18 anni avute da Giulia Greco, quella che da oggi è diventata la signora Morelli.
Ad officiare il matrimonio è stata il segretario comunale Nunzia Buccilli: una cerimonia decisamente fuori dagli schemi, ma a cui non è mancato il fotografo ufficiale (quello del carcere), il buffet e, ovviamente, i confetti.
“Il contrarre matrimonio rientra nei diritti delle persone recluse – spiega il direttore del carcere Sergio Romice – la detenzione infatti è la soppressione della libertà personale e non dei diritti civili di chi ne è colpito. Nella casa di reclusione di Sulmona celebriamo spesso altre cerimonie, come battesimi cristiani e non”.
Un matrimonio, però, è altra cosa: una scelta di condivisione di vita che, difficilmente, potrà andare oltre le sbarre in questo caso.
Chissà che la città dell’amore non abbia ispirato questa sfida al “destino”.

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