Si parla tanto di preservare la memoria storica, intenzione fondamentale per imparare dal passato e trasmettere alle future generazioni atti di donne e uomini che hanno contribuito a migliorare, in piccole o grandi dosi, l’esistenza. E bene, ora un gruppo di associazioni peligne lancia l’appello: da salvare c’è la lapide di Umberto Postiglione a Raiano.
A farsi avanti sono state l’associazione culturale “Città del Sole” – Raiano, Centro Studi e Ricerche “Carlo Tresca”, Lega SPI-CGIL Sulmona-Valle Peligna, AltreMenti e Collettivo Studentesco, Arca Onlus, Centro Studi e Ricerche Di Biase / Benni e la Fondazione Pascal D’Angelo – D’Angelo’s House.
Il motivo è ben chiaro. Postiglione (1893-1924) ha dato tanto e continua a farlo attraverso gli studi e gli scritti che continuano ad essere prodotti per descriverne l’operato. “Dirigente del movimento operaio e anarchico, giornalista, autore di bozzetti di teatro sociale e d’avanguardia, educatore, maestro elementare, pedagogista e poeta – spiegano i promotori del’iniziativa -; è stato studioso della filosofia classica tedesca, del pensiero politico di Élisée Reclus e di Pëtr Kropotkin, della filosofia di Ralph Waldo Emerson, della pedagogia di Omar Dengo, della teologia di Rabindranath Tagore, del cristianesimo di Lev Tolstoj”.
Sul monte Mentino a Raiano, dove Postiglione amava fermarsi, è stata posta la prima lapide quasi un secolo fa, era il 28 marzo 1925, primo anniversario della sua morte. Per tutti un invito “ad amare gl’ideali della vita da lui perseguiti per una umanità migliore”. Già sostituita una volta nel 1993, la lapide tra danni e il tempo necessita la sostituzione. E’ questo l’invito del gruppo di associazioni, a contribuire ad una memoria rinnovata e da tramandare ancora e ancora nel tempo contattando le associazioni promotrici.
Ad accompagnare la posa della lapide, prevista per il 19 maggio 2019, sarà un momento di unione e ricordo fino a raggiungere monte Mentino.
S. P.
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