Forse non è la più urgente delle tante scuole inagibili e chiuse da anni, perché i suoi studenti comunque un tetto confortevole lo hanno trovato subito al Mazara. Però quella del liceo classico, della sede storica di piazza XX settembre, è sicuramente il simbolo di una ricostruzione pubblica che, dopo dieci anni, a Sulmona non è ancora partita.
Per questo la manifestazione che gli alunni dell’Ovidio hanno organizzato per sabato prossimo, sarà un corteo al quale dovrebbero partecipare tutti e non solo i liceali. Con loro dovrebbero esserci gli altri studenti, ma anche la società civile, i commercianti, i dipendenti degli uffici pubblici che dal centro storico sono ancora esiliati. E dovrebbero esserci quanti hanno a cuore la cultura della città, una cultura violentata e i cui segni risiedono proprio nella biblioteca annessa al liceo. Un patrimonio di libri e memoria che inutilmente i diversi amministratori hanno detto di voler preservare e salvare, per ultimo ieri il neo assessore alla Cultura Manuela Cozzi che ha annunciato un sopralluogo e una possibile soluzione di ricovero.
Tornando al liceo, quel polmone di vita nel cuore ormai spento del centro storico, la sua vicenda burocratica è l’emblema di una città che non funziona, delle istituzioni che latitano, della politica che non ha voce.
In cassa, eppure, ci sono 4 milioni di euro, soldi incastrati in una paradossale lite, oggi, tra il progettista e il Genio civile sull’efficacia del progetto di miglioramento sismico. L’uno che non riconosce il lavoro fatto dall’altro e il cantiere che non riesce a partire.
Con i muri scrostati dalle intemperie che rendono bene la ferita inferta alla città, l’orologio fermo come il tempo della speranza e dentro gli effetti visibili e olfattivi del degrado, con un tappeto di guano di piccione che fa da guida ad un cortile diventato un selva, gli intonaci cadenti, i silenzi delle aule vuote, lì dove prima cresceva la speranza e la classe dirigente della città. No, non ci sono scuse, non ci sono mai state e non ci sono più, per giustificare le promesse disattese, le illusioni date, le proteste inascoltate.
Per sabato i liceali hanno invitato sindaco e assessori all’assemblea pubblica che si terrà in piazza alla fine del corteo e c’è da giurare che ci sarà la solita passerella di illusionisti a rassicurare due generazioni di liceali che quel portone non lo hanno mai varcato.
Fin quando basterà così poco per lavarsi la coscienza.
Ma esiste un sindaco, un’amministrazione comunale?
Si diano da fare, si rivolgano al Ministro della P.I., si rivolgano al presidente del Consiglio, si rivolgano al Presidente della Repubblica: è incredibile, è inaccettabile che una scuola sia chiusa da dieci anni. Terremoto?
Il terremoto colpisce solo ciò che è pubblico! Nello stesso palazzo ci sono bar , agenzie di viaggio e quant’altro!
Solo la scuola è inagibile.
Ci sono interessi che ci sfuggono!