Di Giandomenico, l’appello per l’ospedale e per il territorio

Il vero problema  sarebbe il decreto Lorenzin, “è d’attaccare al cuore altrimenti pur vincendo qualche sparuta battaglia rischiamo di perdere la guerra che vede contrapposta alle aree interne una serie di interessi  impressionanti” spiega Alberto Di Giandomenico, portavoce del Movimento Italica, che chiama a raccolta coloro che hanno davvero a cuore il territorio abruzzese

“Dopo le elezioni regionali sono riapparsi i paladini della visibilità che già programmano di candidarsi alle prossime amministrative. Lungimiranti ma solo da questo punto di vista. Manipoli di coraggiosi che alzano la voce a tema e picchiettano sul computer per protestare a pezzi per un singolo problema. C’è chi sostiene la causa di Oncologia, chi di Ginecologia e chi di Chirurgia. Trascorsa qualche settimana tutto si spegne. Così spendiamo le poche energie a disposizione per salvarne uno invece di combattere la malattia, il cancro, ossia  quel sistema  impostato a detrimento delle aree interne di cui beneficiano i gruppi di potere residenti nelle grandi città”.

L’appello a fare, “Chiediamo all’assessore Verì di mettere fine allo strazio dei tagli e scatole vuote che l’amministrazione precedente ci ha riservato. E chiediamo all’assessore regionale di salvaguardare i 14 posti di lavoro della clinica San Raffaele per una specializzazione indispensabile per rispondere alla domanda di cura in tutto il Centro Italia.  Chiediamo al sottosegretario alla presidenza della Regione Abruzzo, Umberto D’Annuntiis il mantenimento a Sulmona dei servizi di trasporto ferroviario così la Sala operativa regionale (Sor) che può funzionare efficacemente proprio perché l’esperienza dei16 dipendentidella Sor è maturata nello scalo ferroviario peligno e traslocando a  Pescara dovrebbero ricominciare ad imparare tutto da capo. Sono altri posti di lavoro poi sottratti al Centro Abruzzo a detrimento delle aree interne. La Stazione ferroviaria di Sulmona è stata ristrutturata, ma è vuota, priva di contenuti come l’ospedale nuovo di viale Mazzini – conclude il coordinamento del Movimento politico d’Identità e territorio – Esortiamo l’amministrazione regionale ad impegnarsi a risolvere le annose problematiche che stanno cancellando il nostro futuro. Sulla bilancia l’organico prezioso da non perdere: primari, medici, infermieri e per far assumere altro personale sanitario, ma soprattutto sottolineano da Italica “dobbiamo dare personalità al nostro presidio sanitario e caratterizzarlo inserendolo in una Rete ospedaliera in cui interagisca con altri presidi sanitari dell’entroterra come quello di Castel di Sangro e magari di Popoli. Non bisogna abbandonare il campo per ottenere un ospedale di primo livello, occorre insistere su una specializzazione che fornisca ai nostri nosocomi le caratteristiche di ospedali di montagna e territoriali considerando l’area disagiata”

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