Asili, stangata sulle rette

E’ una vera e propria stangata quella che si sta per abbattere sulle famiglie sulmonesi e in particolare su quelle con figli piccolissimi, dai zero ai trentasei mesi. La giunta comunale ha infatti deliberato il nuovo tariffario per i servizi alla persona, prevedendo, a partire dal prossimo primo settembre, aumenti per le rette degli asili nido e micro nido che variano tra il 40 e il 55%.
Tariffe, è vero, che non venivano toccate da diversi anni, ma il cui aumento improvviso, di questa portata, appare davvero eccessivo.
In particolare per il micro nido la retta mensile passerà da 78,40 euro a 123 euro, mentre per il nido si passa dagli attuali 210 euro ai 330 euro mensili. Per qualche mese, da aprile a settembre, l’aumento sarà legato solo all’adeguamento Istat (55 centesimi in più per il micro nido e 1,47 euro per il nido), ma con il nuovo anno scolastico la tariffa sarà adeguata a ben altri aumenti. Ovviamente resteranno in proporzione le riduzioni per le diverse fasce Isee, ma comunque per tutti l’aumento si aggirerà intorno al 50% della spesa attuale.
Una notizia che arriva agli utenti senza alcuna comunicazione e concertazione preventiva e che, c’è da giurarci, non passerà inosservata alle famiglie e alla politica, perché a fronte di riduzioni minime per la Tari (presentate come grandi risultati), poi si va a colpire le economie delle famiglie più giovani in modo pesante.
Il nuovo tariffario prevede poi altri aumenti generalizzati, ma meno consistenti, per l’uso di tutti i servizi e le strutture comunali: da pochi centesimi fino a circa 50 euro, per l’uso di palestre, teatri, palasport, spazi espositivi, ma anche per l’accesso ai musei (da 3,50 a 4 euro ad ingresso).
Nell’elenco poi anche spazi e servizi che di fatto non sono più fruibili da anni: la sala lignea della biblioteca chiusa da dieci anni, il parco fluviale Daolio chiuso da oltre un mese, la saletta e il giardino pensile di palazzo Mazara inagibili da tre anni quasi e ridotti ormai ad una distesa di guano di piccione, fino al campo Mezzetti che, per usarlo, dovrebbero pagare gli atleti ridotto com’è senza spogliatoi e con un fondo impraticabile.

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