Questa mattina è stato impedito ad un lavoratore dello stabilimento Magneti Marelli di Sulmona, di entrare in fabbrica per raggiungere il proprio posto di lavoro. Si tratta di un addetto del settore carico e scarico merci, il quale aveva ricevuto nei giorni scorsi un provvedimento disciplinare di sospensione per due giorni. Il lavoratore però, come rende noto il sindacato Sinlai, aveva regolarmente scritto all’Ispettorato del Lavoro de L’Aquila, per contestare il provvedimento e per risolvere la controversia in sede di arbitrato. A quanto pare l’azienda, nonostante abbia ricevuto l’atto dell’Ispettorato del Lavoro che la invitava a designare un conciliatore, disponendo la sospensione del provvedimento disciplinare, ha deciso di non far entrare il lavoratore in fabbrica.
Giustino D’Uva, dirigente nazionale del Sindacato Nazionale dei Lavoratori italiani, denuncia l’accaduto: “Questa mattina è stato perpetrato un abuso gravissimo ai danni di un lavoratore nostro assistito. Abbiamo immediatamente diffidato l’azienda a consentire l’accesso al posto di lavoro all’operaio e, qualora non intenda conformarsi alle prescrizioni di legge, siamo pronti ad attuare tutte le contromisure, pur drastiche, necessarie affinché i diritti dei lavoratori siano rispettati e sottratti alle scelte arbitrarie delle grandi aziende, che pensano di poter trattare i propri dipendenti come schiavi privi di ogni garanzia”.
Il fatto è di per sé una grave violazione dei diritti del lavoratore, ma potrebbe avere una sua ratio giuridica. Ad esempio l’azienda potrebbe aver rifiutato la proposta di arbitrato e potrebbe quindi optare per risolvere la controversia direttamente in sede processuale, un’opzione dura, ma pur sempre plausibile. Oppure alla base del mancato ingresso ci potrebbe essere stato un cambio turno, non notificato o non accettato da parte le lavoratore – di fatto un dispetto ad un lavoratore che ha creato problemi. Infine la violazione dell’azienda potrebbe anche essere vista come una ritorsione per questioni politiche nei confronti del lavoratore in quanto è anche un esponente del Sinlai, sindacato attualmente non presente in aziende, ma che il lavoratore sospeso sta provando a far entrare.
…poi non lamentatevi se le “grandi aziende” de-localizzano e vi mandato tutti a casa!
dite pure cosa ha fatto il dipendente…è facile a fare i paladini senza dire tutta la verità… se l’azienda chiude e vi manda tutti a casa poi non vi lamentate. i sindacalisti sono la rovina dell’italia.