La prima scrematura ha lasciato l’amaro in bocca, soprattutto a quanti, dall’interno, avevano tentato la “scalata”: diventare dirigente, seppur a tempo determinato. Di fatto, però, dei trenta che hanno presentato domanda per mettersi alla guida del Terzo settore, quello dell’Urbanistica lasciato ad inizio gennaio da Katia Panella, ne sono rimasti in corsa solo tredici e sono tutti di fuori Sulmona.
Il clima a palazzo San Francesco tra chi sperava, Fabrizio Petrilli, Maurizia Di Massa, Gianni Di Loreto e Barbara D’Aprile, non è proprio sereno. In fondo, dicono, avrebbero potuto fare più loro che la macchina comunale sulmonese la conoscono bene, che un esterno che, per quanto più qualificato, ha davanti a sé, vista la situazione politica, un orizzonte molto breve (essendo la nomina del dirigente a tempo, il cosiddetto ex art 110, un incarico fiduciario che decade con il sindaco).
Ma tant’è: nella comunicazione arrivata agli aspiranti dirigenti la commissione ha deciso di escludere quelli che non hanno esperienza dirigenziale. Motivo che potrebbe portare a presentare ricorso da parte di alcuni (non solo interni), visto che il bando non richiedeva questa specifica, ma consentiva di presentare la candidatura anche ai funzionari con cinque anni di esperienza. Insomma, se si voleva un dirigente già rodato, lo si poteva dire prima, già nel bando.
Non è chiaro se la scelta della commissione di far passare alla seconda prova solo i già dirigenti, sia stata dettata da un criterio semplificativo o, come si vocifera per i corridoi del Palazzo, per reazione alle pressioni che sembrano siano arrivate da più parti al segretario (e presidente di commissione) Nunzia Buccilli che, a quanto pare, ha risposto per le rime a chi, di quelli che bazzicano la politica del palazzo, abbia tentato solo un approccio per sponsorizzare l’uno o l’altro candidato.
La segretaria ha dimostrato finora d’altronde di essere tanto collaborativa, quanto risoluta e così per il 14 marzo prossimo ha convocato i tredici candidati usciti dalla prima scrematura. Alla fine a decidere sarà comunque il sindaco, sulla base del curriculum, ma anche e soprattutto del colloquio e della fiducia che ciascun candidato saprà infondere. Una cosa è certa: la speranza è che in tempi brevissimi si arrivi alla nomina, perché il Comune è ormai una macchina sgangherata che viaggia a regime ridotto ed ha bisogno al più presto di rinforzi, tanto più che tra poco più di un mese andrà via anche il dirigente del Quarto settore Amedeo D’Eramo.
Della riorganizzazione tanto agognata e promessa, d’altronde, non si ha traccia, perché certo il piano del fabbisogno del personale approvato il 21 febbraio, e obbligatorio per legge, non può considerarsi come un passo in avanti.
Ieri, anzi, la questione è stata messa in evidenza anche nel corso del consiglio comunale, con una doppia domanda di attualità presentata dai consiglieri Tirabassi, Ranalli e Bianchi, e relativa alla nomina a comandante della polizia municipale di Leonardo Mercurio.
I consiglieri, nel chiedere spiegazioni di quella promozione a maggiore del capitano Mercurio (grado previsto automaticamente nel momento in cui si ottiene il comando del Corpo), hanno evidenziato infatti che nel piano del fabbisogno del personale 2019, ad esempio, non è prevista la figura del dirigente della polizia municipale e che questo potrebbe comportare l’apertura di un’altra infinita vertenza, come quella fatta e vinta dall’ex comandante Antonio Litigante.
Dal canto suo il sindaco ha spiegato che entro maggio saranno ripesate le posizioni organizzative e allora si potrà avere un quadro più chiaro dell’organigramma a Palazzo.
Perché poi, qualcuno che firma, ci dovrà pur essere in Comune, perché le pratiche e gli appalti da portare avanti sono tanti, troppi e con troppa polvere sopra.
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