“Due contesti, due culture, due sistemi, un’idea progettuale che vuole dialogare e non trovare differenze o supremazia metodologiche o culturali”. E’ questo il fondamento, l’essenza del progetto “A scuola tra Madagascar e Italia: visioni educative dal mondo” avviato dall’istituto comprensivo Tedeschi di Pratola Peligna in collaborazione con il ministero dell’Educazione nazionale del Madagascar, quello della Popolazione, la regione Toliara, la camera di commercio e dell’industria di Tulèar e il Lions Club del posto. A lanciare l’iniziativa l’insegnante Paola Pascale per l’Italia e Pascale Jeannot Tuseo per il Madagascar con l’appoggio della dirigente Naida Consorte.
Ieri oltre 120 ragazzi delle elementari e medie si sono collegati in video-conferenza da una parte all’altra del mondo per giocare, parlarsi, confrontarsi o semplicemente sorridersi nelle differenze che sono quelle dei contesti sociali di riferimento ma non di certo nell’anima e nella voglia di apprendere. Sospeso il giudizio, l’istinto di capire chi sta meglio o chi sta peggio, tutto in stand by per questo collegamento. Un progetto nato da un partenariato che coinvolge Ong e l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per, semplicemente, “fare qualcosa di educativo” spiega Paola Pascale in un momento storico in cui, forse è il caso di sottolinearlo, bisognerebbe puntare sulla conoscenza dell’altro per comprendere quanto poco sia diverso in fondo.
“La scuola diventa così deputata alla conoscenza del mondo – prosegue Pascale – , un luogo dove dialogare in un modo naturale come solo i bambini sanno fare. Il progetto – aggiunge – prenderà una piega più metodologica per capire anche i tipi di insegnamento utilizzati, cosa si insegna. Sarà, quindi, anche un mezzo per gli insegnanti per un confronto”.
“Ampliare i propri orizzonti”, dunque, anche vedendo con i propri occhi che poi in Madagascar la scuola è una stanza, particolare che ha lasciato in “rispettoso silenzio” i piccoli allievi forse consci di quanta fortuna hanno qui in Italia. Ma in fondo si ritorna ad uno dei principi base del progetto: sospendere il giudizio. Perché in fondo chi è in grado di dire cosa sia meglio o cosa sia peggio. E’ semplicemente altro.
Così dei giochi e sorrisi resta un’esperienza fondamentale, la prima di quella che vorrebbe diventare una lunga serie anche in osservanza di uno degli obiettivi del Tedeschi ossia l’intercultura attraverso i più disparati mezzi. Un video che resta a documentare il primo contatto e dal Madagascar le future generazioni che salutano l’Italia con quel “ciao” e con quel “grazie” che arriva dal profondo del cuore.
Simona Pace
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