Con 143 si e 87 no, i lavoratori della 3G a maggioranza accettano la proposta dei vertici dell’azienda, ossia il congelamento per tre anni delle quote del Tfr che sarà restituito agli operatori entro il 2020. “Siamo davanti ad un ricatto occupazionale” fa sapere Marilena Scimia della Cgil. I lavoratori, ha spiegato la sindacalista, sono stati messi davanti ad un referendum a cui è stato dato seguito alla votazione e alle firme degli Rsu, i rappresentanti dei lavoratori. Dunque il 62 per cento vota l’accordo che sarà formalizzato il prossimo 11 luglio, insomma tutto ripartirà come prima nel call center sulmonese.
Contrariata la Cgil che, se da un lato ben comprende la tutela di un posto di lavoro, specie in un territorio come quello peligno, costellato da chiusure e da un alto tasso di disoccupazione, dall’altro lamenta la decisione posta dall’azienda e si domanda se i lavoratori abbiano compreso appieno l’intesa, perché nella restituzione del tfr viene posta attenzione sul bilancio dell’azienda da monitorare e questo potrebbe anche far pensare, per la sindacalista, che ad un possibile momento di difficoltà della società le cose possano diventare più complicate per la riconsegna delle somme. Intanto tra gli 87 no, c’è chi potrebbe decidere di rivolgersi ad un legale e pretendere quello che da sempre si inquadra come un diritto, il pagamento per intero del trattamento di fine rapporto.
A.D.F.
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